Sabato 06 Settembre 2025 | 18:00

Pillon: «Il Bari è una corazzata, non abbia paura dei play-off»

 
Davide Lattanzi

Reporter:

Davide Lattanzi

Pillon: «Il Bari è una corazzatanon abbia paura dei playoff»

L’ex Giuseppe Pillon

L’ex allenatore biancorosso: un vantaggio la rosa ampia

Giovedì 02 Aprile 2020, 11:21

Bari Nel momento di massima emergenza, ha messo la famiglia davanti a tutto. Rinunciando ad un contratto in vigore in serie B.

Lo scorso 18 marzo, Bepi Pillon ha risolto il vincolo con il Cosenza. Lui, originario di Preganziol, nel trevigiano, ovvero una delle zone più colpite dall’epidemia di coronavirus Covid 19, è rientrato di corsa dai suoi cari. Ed ora, a mente fredda, racconta la sua scelta, analizza il momento del calcio e rivolge il pensiero al Bari che nella sua carriera resta una tappa di rara intensità: da novembre 2003 a giugno 2004, con l’amarezza per aver perso lo spareggio per evitare quella serie C (poi scongiurata a tavolino dal ripescaggio) da cui oggi i galletti vogliono riemergere.

Giuseppe Pillon, il coronavirus ha “infettato” anche il suo campionato.?

«Pensare al calcio era diventato impossibile. Con il Cosenza abbiamo giocato l’ultima gara a Verona, contro il Chievo. La squadra era spaventata, due ragazzi non sono voluti partire, in quel momento il Veneto era un epicentro della pandemia. Dopo il match, dovevo rientrare in Calabria, ma non sarei potuto tornare dalla mia famiglia e in un frangente del genere proprio non potevo essere lontano».

La sua esperienza è un monito a preservare la salute piuttosto che a progettare una ripartenza?

«Non siamo ancora nella fase di poterci permettere programmi. In Veneto stiamo provando a riemergere da un dramma: gli ospedali sono ancora pieni, con questa malattia non si scherza. Sono nato al Nord, ma ho lavorato tantissimo al Sud e rivolgo un appello: rimanete a casa, stroncate i contagi, non alimentate cause di ciò che qui è un incubo».

A proposito di Sud, il torneo si è interrotto con il Bari secondo in classifica: che cosa può accadere ai galletti?

«Mi auguro che ci sia l’opportunità di terminare i tornei. In tal caso, i biancorossi possono ambire alla promozione perché restano una corazzata in C. Né bisogna farsi intimorire dalla prospettiva dei playoff: raggiungere la Reggina capolista con nove punti di vantaggio ad otto turni dal termine della regular season mi pare complicato. Penso che si troverà un modo per completare le stagioni: non si può negare alle formazioni che sono ad un passo dai rispettivi obiettivi di dovervi rinunciare».

Se si ricominciasse, che cosa potrebbe comportare il dover giocare ogni tre giorni, con il rischio di arrivare in piena estate?

«Bisognerebbe innanzitutto predisporre una preparazione di almeno un paio di settimane, ma è scontato che dopo uno stop così prolungato, il pericolo di infortuni con gare tanto ravvicinate sarebbe concreto. Il Bari, però, da questo punto di vista ha il vantaggio di disporre di una rosa molto ampia».

E se invece i tornei fossero chiusi in anticipo?

«Il Bari è la migliore seconda della C e ha diritto di concorrere per la B, anche a costo di ampliare i ranghi della cadetteria».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)