di VITO MIRIZZI
TRIGGIANO - Il cuore si è fermato mentre faceva spinning. La tragedia si è consumata l’altra sera, intorno alle 21, nel centro sportivo «Kendro» di via Pirelli, dove il 46enne Antonio Folcando, mentre si allenava in gruppo sulla speciale bike della disciplina sportiva nota per la capacità di far perdere calorie in eccesso, si è accasciato al suolo. Immediatamente si è attivata la macchina dei soccorsi, dapprima con il personale e i mezzi della struttura sportiva e, di lì a breve, con l’arrivo di un’ambulanza del servizio d’emergenza «118».
L’arresto cardio-circolatorio, purtroppo, è stato irreversibile, nonostante i vari tentativi di rianimarlo effettuati dal personale medico intervenuto. Una tragedia che si è consumata sotto gli occhi attoniti e increduli delle centinaia di atleti, professionisti e amatoriali, che a quell’ora affollano il grande centro sportivo. La lezione si teneva, come sempre, in una saletta attrezzata al primo piano della struttura. Il gelo è calato su tutti i presenti, tra cui i parenti e gli amici accorsi sul posto non appena avvisati. Di particolare impatto la scena che si è presentata ai frequentatori della struttura, oltre ai soccorritori, con il corpo esanime dell’uomo sul parquet della sala spinning, ancora in tenuta ginnica. Come pure il comprensibile dolore della moglie e dei parenti più stretti accorsi in un luogo dove, solitamente, si fa sport.
L’uomo lascia una figlia di nove anni (tra qualche mese riceverà il sacramento della prima comunione) e la moglie, appartenente a una famiglia conosciuta in paese per la sua dedizione all’attività di produzione nel settore agro-alimentare. Era un ingegnere meccanico, originario di Foggia ma trapiantato a Triggiano dopo il matrimonio, che gestiva un’azienda specializzata nella produzione di componentistica nella zona industriale tra Bari e Modugno. Un professionista e un padre esemplare che aveva deciso, probabilmente, di scaricare le tensioni e lo stress del lavoro frequentando il corso di spinning. Sull’accaduto sembrano non esserci dubbi. Il referto dei medici intervenuti avrebbe accertato la causa dell’arresto cardio-circolatorio. Sul posto, sono anche intervenuti i carabinieri del locale comando di Compagnia, coordinati dal capitano Ugo Chiosi, ma il magistrato di turno non ha disposto alcun provvedimento o adempimento, dando il nulla osta la sera stessa per la restituzione della salma ai parenti.
Resta lo sconcerto per la fatalità che ha colpito il giovane ingegnere, anche tra i responsabili del centro. «Siamo tutti sconvolti per quanto accaduto - afferma Pasquale De Ruvo, gestore del centro sportivo - È una situazione drammatica per la quale riesco solo a esprimere il cordoglio per la famiglia. Oggi e domani (ieri e oggi, ndr) tutte le attività sportive del Kendro saranno sospese in segno di rispetto verso la famiglia alla quale siamo vicini in questo difficile momento». Oggi, infatti, si celebreranno i funerali dello sfortunato ingegnere che aveva certamente immaginato diversamente il suo incontro con lo sport.