di MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Un appalto del Consorzio di bonifica «Terre d’Apulia» in cambio di sostegno economico per la campagna elettorale appena conclusa. Partita dall’Arca, l’ex istituto Case popolari di Bari con l’arresto del direttore generale e di tre imprenditori, l’inchiesta sulla corruzione della Procura di Bari si era già allargata all’assessore regionale all’Ambiente, Filippo Caracciolo. E ora c’è un nuovo stralcio: l’accusa di corruzione anche per Alfredo Borzillo, 61 anni, di Bari, da febbraio 2017 commissario unico dei consorzi di bonifica.
L’accusa ora dovrà essere riscontrata. Ma martedì i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria, su ordine della pm Savina Toscani, hanno perquisito tra l’altro la sede barese del Consorzio. Il commissario risulta indagato insieme ad altre due persone, un consulente di Bari e un imprenditore di Verona che a ottobre scorso ha ottenuto un appalto da 68mila euro a valle di un avviso pubblico. Secondo la Procura, Borzillo potrebbe aver favorito l’aggiudicazione dei lavori chiedendo poi «un aiuto» per la sua campagna elettorale. Borzillo era candidato nel collegio plurinominale «Puglia 1» per +Europa, la formazione di Emma Bonino, che non ha ottenuto seggi.
A dicembre, come si ricorderà, l’indagine era partita con l’arresto dell’ormai ex direttore generale dell’Arca Puglia centrale, Sabino Lupelli, finito ai domiciliari (dove è tuttora) insieme agli imprenditori Antonio Lecce e Massimo Manchisi. Attraverso l’attività di intercettazione, la Procura aveva incrociato l’assessore regionale Filippo Caracciolo, anche lui candidato alle Politiche (nel collegio uninominale di Barletta): l’intervento dell’esponente Pd avrebbe favorito l’aggiudicazione a Manchisi di un appalto da 5,8 milioni per la costruzione della nuova sede della scuola media «Giovanni XXIII» di Corato, promettendo al presidente della commissione di gara, Donato Lamacchia, dirigente dell’ufficio Lavori pubblici del Comune di Barletta (anche lui indagato), il trasferimento presso l’Arpa Puglia. In cambio, Caracciolo avrebbe chiesto a Manchisi di supportarlo per la campagna elettorale.
Caracciolo si è dimesso dall’incarico di assessore il 7 febbraio, a 24 ore dalla perquisizione ordinata dalla Procura. E le indagini non si sono fermate. Agli atti dell’inchiesta, in parte già depositati, ci sono i contatti e gli incontri tra Lupelli, l’ex assessore e l’imprenditore Manchisi, ma anche con l’ex sindaco di Bisceglie, Francesco Spina, e con una funzionaria regionale. Le intercettazioni telefoniche e i pedinamenti disposti dall’accusa hanno consentito di scoprire sia la vicenda dell’appalto per la scuola di Corato, sia quella del Consorzio di bonifica, per la quale ora verrà esaminato il materiale raccolto durante le perquisizioni.
Borzillo, che ha un passato da dirigente provinciale di Forza Italia a Bari, nel 2013 si era candidato con Scelta Civica, poi era passato con Realtà Italia (la formazione politica dell’avvocato barese Giacomo Olivieri) di cui è stato coordinatore regionale. Il presidente Michele Emiliano, che un anno fa lo aveva scelto come commissario unico dei Consorzi, smentì però che la nomina fosse stata fatta su input di Olivieri: Borzillo era infatti dirigente nazionale di Centro Democratico, il mini-partito di Tabacci. «Ho fornito documentazione che dimostrerà l’estraneità alle accuse e la mia correttezza - dice Borzillo, assistito dall’avvocato Gianfranco Schirone - e chiederò alla Procura di essere ascoltato».