NICOLA PEPE
Un barese su due non ha barrato neanche il nome ma direttamente il simbolo dei pentasellati. Il risultato definitivo di Camera e Senato nel capoluogo con il M5S arrivato fino al 46% (per Palazzo Madama) consegna un quadro allarmante per il renziano Antonio Decaro, sindaco del capoluogo e sindaco dei sindaci. Un Pd ridotto ai minimi termini, un centrodestra che tiene le posizioni consolidando alcune forze della coalizione (tra cui la Lega che vola al 6% e Fratelli d'Italia che raddoppia il dato del 2013) e una nova forza che si impone nella città e in tutta la Puglia totalizzando 20 punti in più rispetto al dato delle ultime politiche. I dem, ovviamente cercano di limitare i danni e anche se il segretario regionale (e neo eletto) Marco Lacarra a caldo ha detto che «notoriamente noi siamo sempre sotto di qualche punto rispetto alla media nazionale», a conti fatti i numeri raccontano una storia diversa.
Nel 2013, il Comune di Bari registrò per il Pd il 20,3% dei consensi che, sommati ai dati di Sel (7,8%) e Centro democratico (2,6) portarono la coalizione di centrosinistra al 30,8); a questa tornata l'asticella si è fermata al 17,8% (includendo le altre liste minori tra cui Più Europa) e, considerando gli scissionisti di Liberi uguali (4,5%), la somma supera di poco il 22%, ben 8 punti in meno. Il centrodestra (allora con Popolo della Libertà) insieme ad altre liste raggiunse il 31,6% e stavolta ha totalizzato poco meno del 29% nonostante un candidato storico come Filippo Melchiorre che tuttavia ha trainato il gruppo fino al 28,6% lasciando sul terreno tre punti. Tuttavia Gianmario Dell'Oliio ha fatto il pieno portando a casa un risultato storico, pari al 46%.
Il campanello d'allarme vale anche per Emiliano che, dopo aver fiutato il risultato, nelle ultime due settimane si era reso promotore di più di un endorcement a favore dei pentasellati invitando il Pd a dialogare con Di Maio (ipotesi attualmente respinta sia dai vertici nazionale che regionali del partito). In Puglia il voto determinerà le strategie da mettere in campo in vista delle elezioni al Comune di Bari, nel 2019, e alla Regione, nel 2020. A palazzo di città, da 13 anni a guida centrosinistra, ora c'è il renziano di ferro e presidente nazionale dell’Anci, Antonio Decaro. Mentre la Regione, da tre mandati a guida centrosinistra, dal 2015 è governata da Michele Emiliano, esponente della minoranza Pd che con Matteo Renzi ha avuto più volte nel tempo scontri durissimi, con una altalena di accuse e di rivendicazioni, soprattutto in tema di Ilva, Tap e ambiente. Temi che sicuramente avranno avuto un peso nelle scelte fatte in cabina dagli elettori.