BARI - «Non c'è nessun obbligo che il candidato del centrosinistra debba per forza essere Renzi. Credo l'abbia capito anche lui. Bisogna solo trovare una intesa con le altre forze di centrosinistra sul piano programmatico. Poi, non sembri una battuta irrispettosa, un candidato premier lo troviamo». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia e leader di Fronte democratico, Michele Emiliano, intervistato da Massimo Giannini nel corso di 'Circo Massimò su Radio Capital. Per Emiliano, «l'importante è che siamo d’accordo sul contenuto». «Altrimenti - ha concluso - da sinistra continueranno a dire che lui si deve togliere dai piedi completamente, come se si possa cancellare con la gomma, perché altrimenti l’alleanza non è possibile».
«Renzi deve prendere atto che il suo piano di perdere le elezioni in modo controllato, per non perdere il ruolo, non funziona. Perché rischia di essere una tale debacle dal punto di vista elettorale da non consentirgli neanche la difesa dei suoi, come li ha in qualche occasione chiamati. Se uno fa il segretario del più grande partito della sinistra europea con lo spirito di salvaguardare i suoi e se stesso, fa un peccato ancora più grave di quelli che ho contestato a Renzi finora, perché sta distruggendo l’unica speranza di cambiamento reale di questo Paese».
Per il governatore pugliese, «il ragionamento che forse» Renzi «sta facendo», è che «se dovessimo perdere le elezioni, anche se dovessi avere distrutto tutto il fronte del centrosinistra, io porto a casa come minimo il 15-20%, mi porto un po' di deputati amici miei e in qualche maniera mi sono difeso». «Come se - ha sottolineato Emiliano - stessimo giocando a Risiko».
«Nessuno si è reso conto che cosa significava candidare Grasso in Sicilia, i rischi ai quali si esponeva Grasso riportandolo in Sicilia. Sono cose che il segretario del Pd, del più grande partito della sinistra, che deve esprimere la maturità più alta della politica italiana, doveva considerare. Non si può smontare il Senato, esporre al rischio l’unico sopravvissuto, dopo Borsellino e Falcone, e riportarlo in Sicilia solo perché tu non sai come vincere le elezioni».
«Quando va via Grasso e noi ci limitiamo a dire che è stato scorretto perché se ne è andato durante le elezioni siciliane - ha aggiunto Emiliano - vuol dire che non abbiamo capito il senso di quello che è accaduto. Cioè l’unico sopravvissuto di una stagione straordinaria di lotta alla mafia, che aveva deciso di stare con Pd, se n'è andato». «Dire se ne poteva andare dopo le elezioni siciliane - ha rilevato - è un ragionamento da ragazzini». «Qualcuno - ha concluso Emiliano - pensava di prendere il presidente del Senato e di trasformarlo in un candidato per la disperazione, ma il presidente del Senato non può essere trasformato nel candidato della disperazione in Sicilia».
«In questo momento pensare di rifare il congresso del Pd a tre mesi dalle elezioni è una cosa impossibile. L’unica possibilità è che Renzi interpreti le anime del partito, visto che quella sua e basta non è sufficiente nè a leggere il Paese nè a leggere il Pd e il centrosinistra». «Sto chiedendo» a Renzi «di fare una improvvisa maturazione - ha spiegato Emiliano - dopo un evento che possiamo definire un apprendimento per trauma». «Lui - ha aggiunto - ha appreso per trauma quello che gli stavamo dicendo in molti. Alcuni di questi se ne sono andati, e vanno riportati in qualche maniera nel Pd, non insultati». «Renzi - ha proseguito Emiliano - insiste, e anche in questo deve dimostrare di essere cambiato, nel dire che tutto quello che ha fatto andava bene. Ammesso e non concesso che sia così, vuol dire che pochissimi italiani lo hanno capito». «E questo - ha concluso - deve essere l’inizio di una riflessione innanzitutto personale, visto che purtroppo ha vinto le primarie ed è lui il segretario del Pd».