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Il museo diocesano
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museo diocesano di molfetta

Candidato tra le strutture ecclasiastiche per il premio «Icom»

Martedì 01 Agosto 2017, 11:49

11:50

di LUCREZIA D’AMBROSIO

MOLFETTA - Il Museo diocesano di Molfetta in corsa per il titolo di Museo dell’anno. Rappresenterà l’Amei, Associazione dei musei ecclesiastici italiani, al premio Icom (International Council of Museums) Italia. Un riconoscimento importante, una candidatura che premia il lavoro svolto, negli anni, dalla cooperativa FeArt, che gestisce la struttura museale, e dal suo direttore, don Michele Amorosini. Ma è anche un riconoscimento importante per il territorio. In caso di vittoria (in realtà è già un traguardo importante essere in corsa per il titolo) il museo diocesano di Molfetta verrà lanciato a livello internazionale e conquisterà una vetrina di respiro mondiale con ricadute notevolissime per la città e per la Diocesi.

Icom è un’organizzazione senza fini di lucro che riunisce oltre 30.000 aderenti nei 5 continenti; mette in rete più di 32.000 componenti e un forum che raccoglie esperti di 136 paesi e territori che rappresentano la comunità museale nella sua globalità; è una rete operativa capillare e strutturata, con 117 Comitati nazionali, 31 Comitati internazionali e 20 Organizzazioni internazionali affiliate.

Al museo vincitore verrà riconosciuto, tra le altre cose, una promozione speciale, della durata di un anno, sul sito di Icom Italia e sugli organi di comunicazione internazionali di Icom. Il premio è rivolto a tutti i musei e alle reti di musei. Sarà assegnato «al museo o rete museale che negli ultimi anni - spiegano i promotori dell’iniziativa - abbia lavorato per essere più attrattivo e innovativo nel rapporto col pubblico. Il tema, ampio e attuale, può includere attività museali diverse come gli allestimenti, la gestione e valorizzazione dei patrimoni conservati (anche nei depositi), la comunicazione, il corretto uso delle tecnologie digitali, i progetti di educazione e mediazione culturale con tecniche e strumenti innovativi, le relazioni di rete con altri istituti di cultura, la partnership con privati profit e no profit».

Faranno la differenza per l’assegnazione del premio «l’esistenza e la qualità di dotazioni essenziali per la visita (segnaletica su percorsi e servizi, strumenti di comunicazione come didascalie, pannelli o schede mobili, cataloghi, audioguide o applicazioni, etc.); lo svolgimento di attività educative; la creazione di reti e alleanze con altri musei e con enti pubblici e privati (comprese le collaborazioni culturali con altri soggetti); la costruzione di rapporti col pubblico e gli stakeholders, le comunità, il territorio, facendo del museo uno spazio di incontro e sviluppandone il ruolo sociale e la funzione simbolica nella comunità; le iniziative intraprese negli ultimi 5 anni per essere più attrattivi e innovativi nel rapporto con il pubblico; anche adottando innovazioni tecnologiche e nuovi linguaggi (per comunicazione, servizi di informazione al pubblico inventari, sito web)», tutti elementi di cui il museo dispone.

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