BARI - Insieme ad altri tre minorenni, due dei quali non imputabili, avrebbero ripetutamente violentato in diversi modi una ragazzina di 12 anni, minacciandola di pubblicare un video sul web. Per questo motivo il Tribunale per i Minorenni di Bari ha disposto il collocamento in comunità di due 17enni, entrambi studenti di scuola superiore. La vittima frequenta invece le medie, e due degli aguzzini sono suoi compagni di scuola.
I fatti sono avvenuti lo scorso anno, tra settembre e novembre, in un quartiere periferico di Bari, e sono emersi dopo la denuncia presentata ai carabinieri dalla madre della giovanissima vittima, preoccupata per i ripetuti ritardi serali della ragazzina. A seguito della denuncia, che ha portato all’apertura di un fascicolo da parte della Procura minorile, i militari hanno perquisito le abitazioni dei primi due ragazzi alla ricerca del video: i due (uno ha 15 anni, l’altro ha meno di 14 anni, e dunque non è imputabile) hanno detto di averlo cancellato, ma oltre ad aver confessato le violenze hanno parlato di ulteriori atti compiuti, ai danni della ragazzina, da altri tre minorenni. Ovvero i due diciassettenni e un altro tredicenne (non imputabile).
Le indagini dei carabinieri hanno così accertato che nell’arco di tre mesi la ragazzina avrebbe subito violenza di gruppo in almeno cinque occasioni. In un caso, le violenze sarebbero cominciate con i primi due minori e - subito dopo - sarebbero proseguite per mano degli altri tre. In un’altra circostanza, alle violenze - compiute all’interno di un trullo abbandonato, oppure in piena campagna - avrebbero assistito alcuni compagni di classe della ragazzina, che avrebbero tentato invano di intervenire per salvarla.
La Procura minorile ha scelto di non chiedere alcuna misura a carico del 15enne, che - anche per l’intervento deciso del padre - ha reso piena confessione riconoscendo le proprie responsabilità. Ha, viceversa, chiesto il collocamento in comunità (in Salento) dei due 17enni, temendo che potessero reiterare le violenze. È infatti emerso non solo che la piccola vittima avesse ormai timore di girare per le strade del quartiere (tanto da non aver raccontato alla madre, in prima battuta, delle violenze subite per mano dei due ragazzi più grandi), ma che i due avevano già scelto le successive prede: la sorellina di uno dei compagni di scuola che erano intervenuti per salvare la vittima, e un’altra ragazzina che era riuscita a scappare salvandosi quindi dall’assalto sessuale. Il giudice ha definito «raccapriccianti» le modalità delle violenze a carico della 12enne.