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«Fiorillo ha truccato i bilanci»
Sì al sequestro da 179 milioni

 

Il Tribunale civile: «Consulenze fantasiose». La Finanza nelle sedi Bnl

Giovedì 15 Giugno 2017, 10:14

GIOVANNI LONGO

MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - La gestione di Luigi Fiorillo ha causato «un profondo dissesto finanziario e patrimoniale pari a circa 180 milioni» nei conti di Ferrovie Sud-Est, «affidando appalti in palese violazione di legge e conferendo incarichi professionali con compensi in alcuni casi talmente elevati da apparire addirittura fantasiosi e in ogni caso del tutto palesemente sproporzionati rispetto all’attività affidata». Consulenze d’oro, contratti milionari, appalti inutili: per questo il Tribunale delle imprese di Bari, ieri, ha confermato il maxi-sequestro cautelativo da 179.617.870,07 a carico dell’avvocato tarantino. Una montagna di denaro che al momento rappresenta l’ultimo argine al colossale - e ancora presunto, secondo la giustizia penale - saccheggio della più importante ferrovia privata italiana, oggi di nuovo nell’occhio del ciclone per via dell’incidente di Galugnano.

La richiesta di sequestro era stata presentata dall’allora commissario straordinario di Fse, Andrea Viero, che a dicembre scorso aveva ottenuto il congelamento della somma ritenuta sprecata negli ultimi 10 anni della gestione Fiorillo. Da dicembre a oggi, però, il contesto è cambiato: sono caduti i sequestri penali, e una ordinanza della Cassazione ha messo fuori gioco la Corte dei Conti, che sabato 22 sarà chiamata a restituire a Fiorillo i 10 milioni sequestrati per le sue stesse consulenze e per i treni d’oro. Ecco che l’ordinanza di conferma del sequestro cautelativo urgente emessa ieri dal giudice Francesco Cavone assume un’importanza straordinaria, almeno dal punto di vista della giustizia: perché dice - con parole chiarissime - che Fiorillo ha sperperato il denaro destinato a far viaggiare i treni.

Il Tribunale delle imprese ha dunque accolto in pieno la tesi di Sud-Est (rappresentata dallo studio Grimaldi con i soci Adriano Pala, Davide Contini e Giancarlo Luglini, responsabile della sede di Bari), che ha a sua volta valorizzato i contenuti della due diligence elaborata a marzo 2016 dalla Deloitte. E infatti, secondo il giudice, ci sono a carico di Fiorillo «circostanze fattuali comportanti gravi responsabilità manageriali» per «oggettive alterazioni contabili ed omissioni organizzative e documentali che rendevano per anni sostanzialmente impraticabile un effettivo controllo delle dinamiche societarie» sia da parte del ministero delle Infrastrutture, fino a dicembre proprietario di Sud-Est, sia dei collegio sindacale. Fiorillo, secondo il giudice, avrebbe conferito consulenze d’oro e appalti gonfiati, truccando i conti per «celare una gestione aziendale condotta (...) in modo irregolare e pregiudizievole per gli interessi della società», i cui bilanci dal 2005 al 2014 sarebbero - tecnicamente - falsi, ovvero «alterati dalla rappresentazione di poste attive inesistenti con la fraudolenta finalità di esporre una situazione economica e patrimoniale rassicurante e quindi tale da non destare sospetti» su quanto stava davvero accadendo in azienda.

Fiorillo ovviamente non possiede tutto quel denaro. Il suo «tesoro», almeno quello che le indagini della Finanza sono riuscite a scoprire, ammonta a circa 10 milioni di euro tra contanti e polizze, a fronte di compensi percepiti nell’ultimo decennio pari a circa 13,75 milioni.

Nel frattempo, negli ultimi giorni ha ripreso quota anche l’inchiesta della Procura di Bari sul saccheggio che ha condotto in bancarotta Ferrovie Sud-Est, oggi alle prese con il concordato preventivo. A finire nel mirino delle indagini sono stati i rapporti tra Fiorillo e Bnl, per più di 10 anni banca di riferimento della società. Uomini del Nucleo di polizia tributaria della Finanza di Bari, accompagnati dai consulenti della Procura, hanno perquisito a Roma la sede di una direzione generale di Bnl (quella che si occupa dei rapporti con la pubblica amministrazione) e l’abitazione di un dirigente. È stata acquisita documentazione relativa ai finanziamenti che Bnl ha erogato negli anni a Sud-Est, per capire la dinamica del rapporto e le cifre in gioco. Per lo stesso motivo, la Procura ha anche fatto acquisire nella sede dell’assessorato ai Trasporti della Regione la copia degli atti relativi alla transazione da 75 milioni con Sud-Est, quella firmata a seguito della sentenza con cui il Consiglio di Stato aveva stabilito il diritto di Sud-Est all’adeguamento del canone annuale all’inflazione: in questo caso, l’obiettivo è capire in che modo sia avvenuta la quantificazione della cifra.

I finanzieri hanno anche perquisito l’abitazione di uno dei consulenti storici di Sud-Est nell’era Fiorillo, Giovanni Luca Cezza, commercialista. È il figlio di Rita Giannuzzi e Franco Cezza, e fratello di Gianluca Cezza: la famiglia di Maglie che negli anni ha ottenuto da Fiorillo cinque milioni di euro per la gestione dell’archivio storico delle Sud-Est, oltre che (con l’agenzia della signora Giannuzzi) le polizze assicurative. Lui, Giovanni Luca, si è dovuto accontentare di consulenze per 300mila euro. L’archivio oggi è curato da una società specializzata con 12mila euro l’anno.

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