di Mimmo Giotta
BARI - È tempo d’esami non solo per gli studenti di terza media e per quelli della maturità, ma anche per i docenti che, in attesa di poter tornare a casa, hanno iniziato lo sciopero della fame per sensibilizzare l’opinione pubblica alla loro situazione. Al digiuno farà seguito un sit in lunedì davanti alla Regione per dire basta ai trasferimenti al Nord, dovuti ai vincoli inseriti nel contratto per le utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie.
Lunedì, intanto, gli studenti inizieranno il percorso che li porterà, nella maggior parte dei casi, a superare il primo ostacolo della loro vita. La Puglia e il Mezzogiorno sono chiamati a confermare i risultati brillantissimi degli esami di Stato dello scorso anno, che hanno visto 932 studenti conseguire la votazione di 100 e lode contro i 300 della Lombardia. Occhi puntati sui risultati, non solo degli esami ma anche delle prove Invalsi. Sotto esame non saranno solo gli studenti, ma anche gli insegnanti. L’evidente divario tra i voti ricevuti dagli studenti del Nord Italia e quelli del Sud, decisamente più alti, ha provocato polemiche in passato , ma è destinato ad essere ridimensionato quest’anno.
L'esame di Stato, l’ultimo con la vecchia formula, cambia radicalmente. Dal 2018, gli studenti saranno obbligati a partecipare alle prove Invalsi con conseguente omogeneità nella valutazione. Le competenze in Italiano, Matematica e Inglese saranno valutate con più attenzione. L’obbligo di frequenza per almeno i tre quarti del monte ore sarà dirimente per l’ammissione. La carriera scolastica peserà di più: 40 punti (12 al terzo anno, 13 al quarto e 15 al quinto anno) e di conseguenza peserà meno l'esame: 20 punti ciascuno per i due scritti , Italiano e prova d'indirizzo ,e per il colloquio. Salterà l'odiosa terza prova.
Per essere ammessi alla maturità bisognerà avere partecipato alle 200 ore per i licei, o 400 ore di alternanza scuola lavoro per gli istituti tecnici e professionali, di alternanza scuola-lavoro. Non solo. Servirà il sei in tutte le materie per essere ammessi all’esame di maturità ma, in via eccezionale, potrà essere contemplata anche un’insufficienza, motivata dal consiglio di classe, e di cui si terrà conto nella tabella dei crediti.
In Puglia e Calabria ha superato lo scorso anno l'esame finale di scuola media con dieci/dieci e lode rispettivamente il 13,7% e il 12,9% degli studenti. I 600mila alunni interessati agli esami giovedì affronteranno la grande novità della prova nazionale Invalsi, fondamentale per la loro valutazione.
Tocca agli insegnanti meridionali dimostrare che i loro studenti anche in altre valutazioni diverse da Invalsi, siano allo stesso livello di quelli settentrionali. Claudio Menga segretario regionale della Flc Cgil, è critico sul sistema: «Si tratta di prove standardizzate e “computer based”, che marginalizzano la valutazione effettuata sinora dai docenti di scuola a tutto vantaggio di una valutazione centralizzata e posta, per giunta, nelle mani di un ente esterno quale, appunto, l’Invalsi». Menga mette in guardia sulla diffusione dei documenti che potrebbero servire per classificare e selezionare gli alunni. Di qui la richiesta di «eliminazione dell'obbligatorietà delle prove invalsi e del curriculum dello studente dell'esito delle prove nelle scuole superiori, tanto più se diventano condizione per l'acceso alle università».
Certo gli stipendi degli non aiutano ad andare avanti così come le indennità per gli esami di Stato. I compensi sono rimasti fermi al 2007: 1.249 euro per il presidente, 911 per il commissario esterno, 399 per quello interno, cui si aggiungerà il rimborso correlato alla distanza del luogo di residenza o servizio dalla sede di esame. Troppo poco per convincere i docenti ad accettare con entusiasmo le nomine: a livello nazionale 2.691 sono le commissioni che dovranno esaminare 505.686 i candidati iscritti alla Maturità, 9.168 i commissari interni e 16.518 gli esterni. I docenti sono tutti presi dalle operazioni di mobilità iniziate qualche ora fa con la pubblicazione dei trasferimenti della primaria: la procedura si chiuderà il 24 luglio. Le cattedre sono poche e quelle poche che ci sono le hanno decise i giudici, lasciando a secco non solo i docenti assegnati fuori sede ma anche quelli delle Gae. Tanti potrebbero rimanere fuori, senza assunzione o costretti a chiedere posti in deroga e assegnazioni provvisorie. Le loro richieste saranno valutate. Purtroppo l’organico di fatto è stato tagliato e i posti in deroga sono sempre precari e ballerini. I docenti dei nastrini rossi, da qualche ora in sciopero della fame, denunciano: «Lasciano i colleghi al Nord o in aspettativa anche non retribuita ma non pensano al Mezzogiorno. Esistono casi nella zona di Bari città e più a nord, di alunni seguiti da colleghi cui è stato chiesto l’aumento delle ore settimanali. Un docente di sostegno lavora per diciotto ore, ma l’orario settimanale può essere allungato a ventiquattro ore proprio per seguire quegli alunni cui non è stato possibile trovare docenti di sostegno». Situazione drammatica anche per i dirigenti. In Puglia ne mancano ben 87 nelle 664 scuole, a dimostrazione del fatto che per la scuola italiana, gli esami e i problemi non finiscono mai.