BARI - «Il rumore degli spari fa paura ma il silenzio deve farcene ancora di più». Può riassumersi in questa frase pronunciata da Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, vittima innocente della Camorra, il messaggio lanciato, con parole diverse, da tutti i relatori del convegno dal titolo 'Costruiamo la legalità' organizzato dai Giovani Imprenditori dell’Ance Bari e Bat. L’appello ai giovani professionisti è stato quello di denunciare le illegalità e collaborare con forze dell’ordine e istituzioni.
L’incontro, che si è tenuto in un albergo di Bari e che ha coinvolto alcune scolaresche della città, è stato dedicato al tema della legalità sui cantieri ma più in generale della lotta alle mafie. Dal presidente Ance Bari e Bat, Beppe Fragasso, è arrivato però un appello anche contro il lavoro nero nelle imprese edili. «A fronte di un calo del 50 per cento di ore di lavoro registrato dalla Cassa edile di Bari negli ultimi 8 anni, - ha detto - non corrisponde una contrazione del mercato tale da giustificare queste cifre. È facile dedurre, pertanto, un ampio ricorso al lavoro nero e grigio nel settore privato ma, e questo è il dato allarmante, forse anche nei cantieri pubblici».
Oltre alla testimonianza di Alessandra Clemente, sono state protagoniste le storie di Federica Angeli, giornalista di Repubblica sotto scorta da quattro anni per aver denunciato con una inchiesta giornalistica le infiltrazioni della criminalità a Ostia, periferia di Roma, e quella del generale dei Carabinieri Mario Mori.
Dal procuratore di Bari, Giuseppe Volpe, l’invito agli imprenditori a «non assecondare, come avvenuto in passato, le scelte della politica che hanno creato ghetti di periferia, San Paolo, Japigia, Enziteto, i quali non hanno favorito integrazione e profitto sociale ma solo economico».