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Don Uva, primi passi in avanti
nella vendita dei tre ospedali

 
Ospedale Don Uva, entro il 31 la presentazione delle offerte

Il Don Uva di Foggia

Il 9 l'intesa al ministero, poi la bozza di accordo al referendum tra i lavoratori

Domenica 05 Febbraio 2017, 10:48

Prima «parziale» intesa tra il gruppo «Universo Salute» e alcune sigle sindacali sull’acquisto del Don Uva, ovvero le case di cura di Foggia, Bisceglie e Potenza facenti capo alla Congregazione delle Ancelle della Divina Provvidenza, gestite in amministrazione straordinaria. «Siamo soddisfatti in parte per l’intesa raggiunta sul salvataggio dell’articolo 18 ela rinuncia al Jobs Act come garanzia a favore della stabilità occupazionale dei lavoratori», dice Giuseppe Mesto, segretario regionale dell’Ugl Sanità. Tuttavia, spiega a seguito dell’ultimo incontro convocato a Roma venerdì scorso, «all’atto della chiusura del verbale consegnato al tavolo del Mise, da una consultazione avuta con alcune sigle sindacali, si è deciso di non sottoscrivere al momento nessun accordo, prima di aver sottoposto il tutto al vaglio dell’assemblea dei lavoratori». Il verbale di consultazione prende atto della bozza sulla sostenibilità economica della proposta avanzata dal gruppo foggiano. «Si è così agevolata l’apertura di una nuova fase interlocutoria che auspichiamo venga prorogata, oltre il 13 febbraio, data prevista per il perfezionamento dell’atto di cessione aziendale. In ogni caso –aggiunge il segretario dell’Ugl Sanità -, riteniamo sia stato fatto il primo passo verso quel rilancio aziendale capace di trovare le chiavi della ripresa anche in vista di una stabilizzazione futura dei lavoratori precari, nonostante gli standard richiesti e la pressione imposta dal mercato competitivo della sanità privata. C’è infatti la volontà da parte della cordata foggiana di stabilizzare gradualmente i circa 100 lavoratori, tra infermieri e OS, convertendo i loro contratti a tempo in tempo indeterminato. Tuttavia come Ugl avevamo chiesto di assumerli subito, a cessione e acquisizione di azienda avvenuta. Così come abbiamo chiesto più volte un piano industriale che “Universo Salute” si è impegnata a fornire nei prossimi giorni».

Tramite le consultazioni, spetterà dunque ai lavoratori la decisione finale, ma prima dovrà ulteirormente essere schiarito il quadro. «Dopo diverse incertezze, registriamo nodi da sciogliere rispetto alle nostre richieste - aggiunge Mesto - e alla mancata consegna degli allegati con l’elenco del personale attualmente assunto. Domande alla quali occorre avere risposte chiare e precise in tempi brevi, per avere la certezza che anche il passaggio del personale all’atto di acquisizione aziendale avvenga correttamente».

Con la vendita di quesi tre plessi, vista l’imminente scadenza del commissariamento - ricorda il sindacato Usppi - si decideranno le sorti di 1500 lavoratori e 1700 posti di degenza. «L’”Universo Salute” - spiega Nicola Brescia, segretario del sindacato - ha presentato un verbale di consultazione ed accordo che sarà discusso con i lavoratori. L’intesa definitiva sarà ratificata il giorno 9 febbraio ma - avverte - se i lavoratori non dovessero dare l’avvallo all’accordo, sarà inevitabile il fallimento con i consecutivi licenziamenti». Ecco perché, sottolinea Brescia, è indispensabile «l’unità sindacale al fine di salvare le sorti dei lavoratori e dei degenti in una fase dove le beghe sindacali non porterebbero a nulla, se non al baratro gli stessi lavoratori. Abbiamo pochissimi giorni per salvare le sorti dei lavoratori della CDP e pretendiamo una risoluzione definitiva. Il gruppo “Universo salute” è l’unico a poter garantire i livelli occupazionali. Le diatribe per quisquiglie portati avanti da altre sigle - insiste - sono fuorvianti e inopportune in questo momento Siamo al momento della svolta, è un passo importante quello compiuto venerdì al Mise per non paralizzare i servizi del Don Uva e salvaguardare i posti di lavoro. Siamo fiduciosi e combattivi per la piena riuscita della vertenza in atto».

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