BARI - «Non ho l’impressione che né a destra, né il M5s, né noi siamo pronti con una idea da presentare alle elezioni. Si va alle elezioni solo per salvare una classe politica e probabilmente un segretario del partito che se facesse il congresso verrebbe travolto». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd), nel corso della trasmissione '24Mattinò su Radio24. Emiliano potrebbe essere uno degli sfidanti di Renzi per la guida del Partito democratico.
«Se noi a settembre, come è ovvio - ha rilevato - facessimo il congresso e poi vedessimo chi vince, io dico che Renzi lo perde il congresso». Per Emiliano, dunque, l'ex premier «vuole andare a votare prima perché non vuole pagare il dazio». «Ma è una roba che non sta né in cielo né in terra in un paese civile e normale».
«In qualunque altro Paese del mondo, se un leader si fosse rifiutato di fare il congresso prima di andare alle prossime elezioni senza precisare né la leadership, né il programma di governo, lo avrebbero inseguito. Invece in Italia è tutto normale, nessun giornalista si scandalizza di questo». Emiliano ha rilevato «che quando un segretario di un partito è costretto a dimettersi da premier per gli errori che ha commesso, un congresso con i suoi per stabilire cosa fare e qual è il programma delle prossime elezioni, tanto più che alla scadenza naturale mancano sei mesi, sarebbe stata la cosa più ovvia di questo mondo, quasi un obbligo politico».
Emiliano ha sottolineato che «se un leader di partito, premier, va a sbattere contro un muro a 300 all’ora, è costretto a dimettersi, il partito è rantolante e facciamo finta di niente, commettiamo un errore gravissimo e aiutiamo tutti quelli che vogliono la scissione del Pd». «Ho timore - ha proseguito - che questa volontà sia da entrambe le parti».
«Io invece, che sono un 'Pd nativò e quindi non sto né da una parte né dall’altra - ha precisato - avrei interesse a tenere unito il Pd» e «non a consentire alle vecchie gerarchie, e alle nuove che sono molto simili, di appropriarsi del Pd e di eleggersi un pò di deputati come unico scopo delle società».
«Lo scopo del Pd - ha rimarcato - non è salvare un pò di deputati ma governare il Paese». «Non è - ha concluso - salvare a tutti i costi qualche signore che fa politica per mestiere e che se dovesse smettere non sa come sbarcare il lunario».
SBAGLI - «Renzi ha sbagliato non solo tutto il resto, ma anche a fare legge elettorale. E ci ha portato, attraverso la Corte costituzionale, alla prima Repubblica». Per Emiliano, «la gravità dei danni che Renzi ha provocato al Paese e al Pd sono senza precedenti; e al di là del fatto che oggi non scrive niente nessuno, nei libri di storia ci saranno queste cose». «E, anche se dubito che qualcuno parlerà di me nei libri di storia, io vorrei evitare di stare dalla parte sbagliata».
Per Emiliano «non è rimasto in piedi nulla di quello che in tre anni il governo Renzi ha fatto, se non delle cose molto negative». Emiliano ha parlato ad esempio delle norme sul lavoro «che non hanno portato a nessun particolare risultato tant'è che stiamo festeggiando il 40%: non il 40% dei consensi, ma della disoccupazione giovanile che è una catastrofe».
«Renzi - ha ricordato Emiliano - per me era una speranza straordinaria, ho investito su di lui moltissimo anche in termini di immagine, fino a quando ho compreso che stava inanellando una serie di errori uno più grave dell’altro e non era possibile influenzare le sue decisioni in nessuna maniera». "Un partito - ha rilevato - è un luogo dove un leader non fa tutto da solo, ma costruisce con la comunità una sorta di verifica permanente di ciò che fa, e questo dà assicurazione ai cittadini». «Questo - ha concluso - non l’ho visto e i risultati sono disastrosi».
SCISSIONE - «Se io capisco che il Pd è stato oggetto di un golpe, e quindi di una appropriazione al di là delle regole della politica e della democrazia, è chiaro che non posso rimanere nel Pd. Questo è inevitabile».
«Io ne ho trattati molti di bulli nella vita. Vivevo in un quartiere popolare e accadeva spesso che qualcuno facesse un pò di più di quello che doveva fare. Bene o male ho una certa abitudine a trattarli», ha detto Emiliano rispondendo ai conduttori di '24Mattinò su Radio24, i quali gli facevano notare che Mentana ha definito l’ex premier Matteo Renzi 'un bullò.
«Resta il fatto - ha rilevato Emiliano che è tra i possibili candidati alla segreteria del Pd - che la politica è una cosa diversa, non prevede l’arroganza e lo scontro diretto. La politica è una permanente ricerca di un punto di equilibrio nell’interesse dei cittadini. Non mollare questo punto per me è impossibile». «Il senso di responsabilità che ho verso le persone che si fidano di me - ha concluso - mi obbliga a combattere».
«Il mio timore è che le due parti che stanno colluttando (Renzi e D’Alema, ndr) in questo momento sui giornali, qualche volta trascinando dentro anche me, in realtà abbiano una reciproca convenienza alla scissione, soprattutto alla luce della nuova legge elettorale».
«Però - ha sottolineato - dal mio punto di vista noi militanti, ed è per questo che ho lanciato la raccolta firme per un referendum sulla questione del congresso prima delle elezioni, abbiamo il dovere di batterci fino all’ultimo perché questa scissione non ci sia».
DALEMIANO - «Non ho mai fatto parte di nessuna corrente del Pd, non sono mai stato dalemiano. Anzi ho fatto spesso discussioni molto dure con D’Alema che rispetto e ascolto, ma non ho mai fatto parte dell’entourage Dalemiano. Sono sempre stato solo dentro il Pd».
Emiliano ha spiegato che non ci sta al «giochetto» di chi lo descrive «come il candidato di D’Alema così lo azzoppiamo prima ancora che parta». Io, ha aggiunto, «ho fatto il militante, il sindaco, il presidente di Regione; ho tanti amici, diffusi anche nelle varie aree» e «penso di poter dire la mia dentro il Pd». "Non è detto - ha evidenziato - che mi debba candidare per forza». «Anzi - ha concluso - non nascondo che mi piacerebbe tanto se ci fossero altri che la pensano come me, e che in qualche maniera io possa sostenere loro evitando di fare questo doppio sforzo».
RESPONSABILITA' - Il governatore si augura poi che «il Presidente della Repubblica dovrà prima o poi dire a questo Pd che non è una comitiva di una gita; che il Pd ha la responsabilità del governo del Paese». Per Emiliano, però, questa spinta verso le urne «non ha nessun senso» anche perché «Gentiloni stava facendo un buon lavoro».
Perché ne parla già al passato?, hanno chiesto i conduttori a Emiliano: «Ne parlano già all’imperfetto coloro che lo sostengono - ha replicato il governatore - ed è chiaro che sembra incredibile anche oltraggiare la figura del presidente del Consiglio, come se non esistesse». «In questo momento - ha rilevato Emiliano - il presidente del Consiglio deve affrontare cose importantissime e lo deve fare, probabilmente, rimettendo le mani sul bilancio dello Stato; e affrontare eventi internazionali molto importanti».
MINISTRO DE VINCENTI: PENSI A GOVERNARE LA PUGLIA - Tra interviste a destra e manca, su carta a radio e tv, post su facebook e quant'altro, c'è da chiedersi quando Michele Emiliano possa trovare il tempo per fare il lavoro per il quale è stato eletto, ovvero governare la Puglia. Eppure ne avrebbe di questioni serie da risolvere! Ne cito solo una, che ai suoi cittadini sta particolarmente a cuore: il deficit del bilancio sanitario, che durante la sua amministrazione è cresciuto a dismisura fino ai 150 milioni del 2016». Così il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti commenta «l'attivismo politico" del Governatore. «E a proposito degli interessi dei cittadini pugliesi, mentre Emiliano è impegnato in una irresponsabile demagogia per propri scopi personali, è il Governo che pensa concretamente a tutelare i cittadini e i lavoratori di Taranto, mettendo il piano ambientale al primo posto per il futuro dello stabilimento siderurgico e garantendo risorse per le strutture sanitarie e il reddito dei lavoratori».(