BARI - Femminicidi in aumento nel distretto di Bari, l’allarme sui flussi migratori e sul rischio di infiltrazioni terroristiche a Lecce sono i dati più significativi sottolineati dai presidenti delle due Corti di appello pugliesi in occasione delle rispettive cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario. Comune l’appello alla politica a rivedere gli organici di magistrati e personale amministrativo e, a Bari, quello a risolvere l’annosa questione dell’edilizia giudiziaria con sedi «inadeguate e inagibili». La relazione del presidente facente funzioni di Bari, Egiziano Di Leo, ha evidenziato l’aumento del 46 per cento degli omicidi in danno di donne, e del 130 per cento dei procedimenti per indebita percezione di contributi pubblici. In calo, invece, i procedimenti per terrorismo (da 13 a 10) e quelli in materia di inquinamento.
Sulla durata dei processi, il presidente Di Leo ha rimarcato il dato preoccupante dei procedimenti per equa riparazione ex legge Pinto. La nuova legge finanziaria ha infatti spostato le competenze comportando in un anno nel distretto di Bari un aumento da 44 cause a 1.962 con un debito complessivo per lo Stato pari ad oltre 3 milioni di euro (1 milione già pagato). In proposito la relazione evidenzia che la durata media dei procedimenti civili in primo grado è di 651 giorni, in secondo grado di 911. Nel penale i dati si attestano su 633 giorni in primo grado, 955 in appello. Ad influire sui tempi dei processi è sicuramente la carenza degli organici, con una scopertura del 14 per cento per i magistrati e del 17 per cento per il personale di cancelleria.
Lavoro nero, caporalato, ghetti clandestini e accoglienza dei migranti hanno invece rappresentato il cuore dell’intervento del procuratore generale di Bari, Annamaria Tosto. «Un fenomeno criminale», quello dello sfruttamento nei campi, «che interessa certamente tutto il Paese ma che segna in maniera specifica il nostro territorio». E quanto ai «ghetti clandestini», il procuratore ha parlato di «attentato ai principi della convivenza umana». «Clandestinità e condizione di richiedente asilo - ha detto ancora il procuratore Tosto - sono i luoghi dove il migrante si trasforma in vittima dello sfruttamento, dove aumenta in maniera esponenziale il livello del rischio cui i minori non accompagnati sono esposti, dove i modi dell’accoglienza si avvicinano al degrado e dove, infine, allignano malaffare, corruzione, e possibili radicalizzazioni religiose».
Sui temi del terrorismo si è soffermato il procuratore generale di Lecce, Antonio Maruccia, evidenziando che «l'approdo nella Puglia meridionale di un gran numero di migranti delle più diverse nazionalità, e il loro transito, possa interessare anche esponenti di gruppi terroristici» con «possibilità di reclutamento terroristico di minori all’interno di comunità». A proposito di minorenni, da Lecce è arrivato l’allarme sull'abbassamento dell’età in cui si compie il primo reato, a dimostrazione di un disagio minorile e di situazioni pregiudizievoli a carico di bambini e adolescenti, riconducibili a inadeguatezze genitoriali oppure a situazioni sottovalutate da altre figure quali insegnanti o medici. Tra i dati positivi citati dal presidente vicario della Corte di Appello salentina, Vincenzo Scardia, c'è invece quello relativo alle prescrizioni. Su 2.505 sentenze sono state appena 140 quelle che si sono chiuse con un 'non luogo a procederè perché il reato è stato estinto per prescrizione. Una percentuale che non va oltre il 5,6%, che colloca la Corte d’Appello del distretto al settimo posto su scala nazionale.