Mercoledì 05 Novembre 2008, 09:58
02 Febbraio 2016, 19:59
di ANTONELLO NORSCIA TRANI - «A Molfetta la prassi di ridurre le multe c'era già prima del 2005, prima cioè che io svolgessi le funzioni di comandante della polizia municipale. All’amico, al parente le sanzioni venivano ridotte. Le richieste di riduzione provenivano anche da persone che occupavano ruoli istituzionali»: questa la verità raccontata ieri, dinanzi al Tribunale di Trani, dall’ex comandante dei vigili urbani Vincenzo Zaza, ora in pensione, nel corso del processo sull'allegra gestione delle multe. Verbali alterati rispetto all’originaria contestazione e dunque sanzioni ridotte, secondo l’accusa sostenuta dal pm Giuseppe Maralfa, anche sotto forma di piaceri per ottenere preferenze alle elezioni amministrative del 2006: in pratica voto di scambio. Processo che vede principale imputato proprio l’ex assessore all’annona, Pino Amato (che peraltro in quelle consultazioni fu il consigliere più suffragato) ieri presente in aula mentre l’ex comandante squarciava i veli dei favoritismi. A vario titolo sul banco degli imputati siedono anche il maresciallo Pasquale Mezzina, il dirigente dell’ufficio commercio Vincenzo De Michele, l’esponente di Forza Italia, Girolamo Antonio Scardigno, nonchè Gaetano Brattoli e Vito Pazienza. Zaza, che ha già definito la sua posizione dinanzi al gup patteggiando la pena, è stato ascoltato quale teste dell’accusa. Dalla sua deposizione è emerso «il sistema» che consentiva di ridurre le sanzioni, sia pecuniarie che relative alla decurtazione dei punti dalla patente. Zaza ha ammesso d’aver ridimensionato solo le contestazioni meno gravi; a margine del verbale apponeva una sigla. Addirittura fu creato un bollettario - il 39 bis - che «serviva per aiutare alcune persone». Quanto alle presunte richieste di riduzione di Amato, Zaza ha riferito di un’impiegata che gli passava alcune contestazioni dicendo solo: «Questa è da parte dell’assessore». L’ex comandante ha anche riconosciuto la grafia di Amato in calce ad una contestazione dov'era scritto «questa è di mio fratello». Zaza, però, ha detto di non aver mai avuto espresse richieste dall’assessore, sostenendo di «intuire il motivo» per cui gli fossero recapitate le contestazioni, e cioè «per ridurre le sanzioni», ed evidenziando di non aver «mai ridotto le multe consegnate per conto di Amato».
















