È salito quasi al 60 per cento (57,14%) il tasso di lavoro nero scoperto dagli ispettori del ministero del Lavoro nelle imprese baresi. Lo attestano gli ultimi dati disponibili, aggiornati a settembre. Raddoppia rispetto all’anno scorso il numero dei minori impiegati irregolarmente.
La realtà dei numeri inchioda vergogna. Il telaio della Bari che produce, assieme a quello della Bat, ha fili avvelenati, sconnessi e irregolari. È quanto viene fuori non da numeri qualsiasi, estrapolati da dibattiti d’accademia o da ricerche di parte. Ma si tratta dei risultati dell’attività di vigilanza svolta dagli ispettori della Direzione territoriale del Ministero del Lavoro e aggiornati al terzo trimestre dell’anno, vale a dire alla fine di settembre. Il campione ispezionato basta per ritenere che la fotografia scattata sia abbastanza rappresentativa della realtà.
Ed eccole le cifre della vergogna: una su due aziende ispezionate a Bari e provincia e nella Bat ha fatto emergere irregolarità in materia di contratti di lavoro. Il cazzotto nella bocca dello stomaco sono i 1.270 casi di lavoro nero: Bari e Bat hanno la maglia nera di Puglia. Certo, consola il fatto che il «nero» non riguarda lavoratori stranieri non in regola col soggiorno (solo 17 casi di irregolari scovati al lavoro), ma, di contro emerge che sono raddoppiati casi di sfruttamento del lavoro minorile. Quello che un anno fa era una solo una spia d’allarme, nei primi nove mesi dell’anno è diventato una drammatica conferma.
Ulteriori dettagli e cifre disponibili sull'edizione cartacea o su quella digitale acquistabile on line.