BARI - Mercoledì 30 i vertici Aqp, insieme al governatore Emiliano, saranno auditi nella commissione Affari Generali del consiglio regionale «per discutere del futuro assetto del più grande acquedotto d'Europa». Ad annunciarlo è il presidente della commissione, Mino Borraccino, ricordando che «l’Acquedotto di Puglia è un'azienda strategica che deve rimanere pubblica, in ossequio anche alla volontà popolare del referendum di alcuni anni fa. Circolano voci, invece, di internazionalizzazione o di ingressi nella società di capitali privati per fare investimenti». Voci alle quali si aggiungno quelle «sui prossimi eventuali incarichi a quattro dirigenti, per un compenso totale di circa 1 milione di euro , unitamente all'incarico ad hoc ad alcune società per individuare i profili dei dirigenti, per circa 200mila euro».
Ecco perché «le continue voci di possibili attenzioni da parte di alcune multiutility, oltre alla forte crescita dei costi per incarichi legali, ci obbligano a conoscere le strategie che il nuovo cda di Aqp e il presidente Emiliano hanno per il futuro, alla luce anche della scadenza al 31.12.2018 della concessione».
«Mentre rimane colpevolmente sospeso il tema della concessione del sistema idrico integrato in scadenza nel 2018 e quello, ancor più sensibile, di un’eventuale privatizzazione dell’Ente - conferma Nino Marmo, consigliere regionale di FI - accade che l’attuale management aziendale non solo rimane silente nel fornire risposte ed obiettivi, ma pare sempre più orientato a spostare ingenti risorse economiche verso una fase di riorganizzazione aziendale che non appare allo stato una priorità assoluta. Come spiegare altrimenti- la ventata improvvisa di consulenze esterne in corso d’opera (quattro per un importo complessivo di 570 mila euro), con una quinta in dirittura d’arrivo (405 mila euro in materia di gestione ambientale). Senza dimenticare la procedura, anch’essa in itinere, per l’assunzione di ben quattro dirigenti apicali, che graverebbero sulle casse di Aqp per circa un milione l’anno?». Investimenti pesanti «nel mentre rimangono non onorati a detta dei sindacati numerosi accordi aziendali - prosegue Marmo - così come permangono forti criticità negli organici dei settori potabilizzazione, depurazione e manutenzione. Con all’orizzonte, la geniale strategia del Governo di trasferire ad Aqp anche il Servizio irrigazione dei Consorzi di Bonifica».
«Val la pena di ricordare – conclude Marmo – che Aqp è una società pubblica di proprietà regionale, quindi di proprietà dei pugliesi. Ragion per cui, a monte di ogni riorganizzazione aziendale, bene farebbe il presidente Emiliano a presentarsi in assemblea per sottoporre all’Aula il più volte annunciato Piano di sviluppo dell’Ente. Un Piano di sviluppo che veda le prerogative della Puglia e dei pugliesi avanti a tutto, lontano da faraonici ed improbabili disegni di un elefantiaco Acquedotto del Sud. Onde evitare che le tariffe degli utenti di Aqp crescano di pari passo agli investimenti creativi dei vertici aziendali».