di ANTONIO PORTOLANO
BRINDISI - «Scusate, ma gli spazzini stanno scioperando? E da quanto tempo stanno scioperando, una settimana? E perchè non hanno avvisato nessuno, nemmeno i giornali? Qui in questo quartiere è un vero schifo. Non sappiamo più come fare. Ma domani passano?».
Sono le domande «piovute» a decine ieri alla redazione de La Gazzetta del Mezzogiorno da parte dei cittadini di ogni quartiere del capoluogo messapico.
La città è ridotta uno schifo, i netturbini non hanno ancora certezza di ricevere lo stipendio e la situazione continua a peggiorare senza che all’orizzonte s’intraveda un barlume di luce per uscire da questa spirale assurda in cui da anni il territorio è costretto a vivere.
Brindisi è ormai nel pieno di una emergenza ambientale. Cumuli di rifiuti ovunque e di qualsiasi genere. Non c’è un quartiere esente dal problema, l’emergenza coinvolge l’intera città.
Dai rifiuti in bella mostra abbandonati sotto il Municipio, a Palazzo Nervegna alle vie del centro storico e le periferie ormai invase.
Ma non c’è nessuno sciopero ufficialmente proclamato dai sindacati che da giorni fanno la spola tra Comune, Ecologica pugliese e netturbini tentando una difficile mediazione tra lavoratori, sempre più delusi per i problemi che puntualmente si verificano in occasione del pagamento degli stipendi, l’Ente che non sa ancora che pesci prendere e la società che si imbarca in continui ricorsi.
Così, nonostante gli appelli al senso di responsabilità rivolti all’azienda e agli stessi lavoratori il servizio - che non ha mai brillato nonostante i brindisini paghino una delle Tari tra le più alte d’Italia - è nuovamente precipitato.
I pagamenti di settembre, anche per ieri sono rimasti al palo nonostante le rassicurazioni delle ultime 48 ore, seguiti all’incontro tra i sindacati il vice sindaco Francesco Silvestre, i tecnici comunali.
Tutti gli adempimenti per i pagamenti sono già stati predisposti, manca solo il Durc. Il Documento unico di regolarità contributiva che l’azienda deve fornire per consentire al Comune di pagare direttamente gli operatori ecologici sostituendosi alla società di Capurso che ha già dato l’assenso all’Ente di procedere in sua vece. Il Durc era atteso per ieri mattina, ma nemmeno fino a ieri sera il Durc era visibile dal Comune. Questo vuol dire che, come minimo, per sbloccare questa ennesima empasse si dovrà attendere lunedì.
E nel frattempo cosa accadrà?
Le montagne di rifiuti continueranno a crescere?
Uno tra i tanti brindisini che ha chiamato ieri la redazione era particolarmente sconfortato: «Qui al quartiere La Rosa è da giovedì della scorsa settimana che non raccolgono l’indifferenziata. Ieri hanno tolto solo la montagna di rifiuti all’ingresso del quartiere nei pressi del parco giochi. Umido, plastica, cartoni. Non sappiamo più dove metterli anche a volerla tenere in casa. Domani passano?».
La situazione sembra ingovernabile anche per la ormai non più neo amministrazione comunale. Che non fosse semplice districarsi nel ginepraio dell’incancrenita questione rifiuti è un fatto assodato. Il problema è che la situazione pare diventata ingovernabile e nessuno sembra avere una idea concreta per uscire dal guado. Il Comune pensa ad un nuovo bando per i rifiuti, dopo la bocciatura del Tar. L’Ecologica Pugliese impugna tutte le sanzioni inflitte dall’Ente per oltre un milione e mezzo di euro.
Nel braccio di ferro in corso a pagare a peso d’oro per un servizio allo sbando totale sono sempre i brindisini. I sindacati intanto, dovesse permanere la fase di stallo attuale, lunedì chiederanno un incontro al prefetto.