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F35 ad Amendola
pronti all'atterraggio

 
Massimo Levantaci

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Massimo Levantaci

aerei f35

Sabato 15 Ottobre 2016, 10:57

di MASSIMO LEVANTACI

FOGGIA - Il D-Day è segnato: martedì 8 novembre, atterrano ad Amendola i primi due cacciabombardieri F35. Dopo il sorvolo della pista, in coppia con un Eurofighter, avvenuto un anno fa è arrivato il momento che il supercaccia faccia conoscenza con la sua prima base italiana. È l’aereo del futuro, una sorta di gigantesco software con le ali chiamato a rivoluzionare l’aeronautica moderna. Il Trentaduesimo stormo militare è stato scelto per questo banco di prova, unico aeroporto militare italiano a poter disporre di una macchina operativa così sofisticata e in grado di sviluppare conoscenze tecnologiche inimmaginabili. Il Pentagono, che l’ha progettato, ritiene che il maggior livello di capacità operativa del velivolo si potrà ottenere solo nel 2040. Comincia così un viaggio fantastico, da guerre stellari (speriamo solo simulate) per questo caccia tattico concepito per colpire un obiettivo oltre la linea del suo orizzonte, ma incapace a reggere un combattimento aereo con i caccia suoi parigrado, tipo i bombardieri russi o cinesi.

Ad Amendola è tutto pronto per accogliere la prima coppia di aerei dei sei al momento acquistati dal governo italiano. Riserbo assoluto su termini e modalità di consegna, anche la data non viene confermata dalle autorità militari che parlano di una generico arrivo dei primi aerei «entro fine anno». Spaventano i costi di questi gioiello, la spesa per un solo aereo cresce di mese in mese; solo il motore, riprogettato a produzione già in corso, costa 15 milioni di dollari. Con tutte queste anticipazioni che circolano l’attesa per l’F35 si fa di giorno in giorno sempre più insopprimibile tra i millecinquecento militari di stanza ad Amendola.

La base foggiana attende questo momento con trepidazione, sono ormai due anni e mezzo che dall’ex università del volo non si solleva più un velivolo in formazione. In questi anni è stata ricostruita la pista di volo, oggi lunga tremila metri; sono stati costruiti gli hangar “spaziali” dei nuovi aerei. Pronti anche i nuovi alloggi per il personale militare americano che resterà per qualche tempo nella base foggiana con il compito di avviare le operazioni sul nuovo caccia. Nascerà un aeroporto a parte nell’area abilitata all’F35, zona già preclusa agli stessi militari della base, entra solo il personale autorizzato.
La catena logistica dell’F35 è già in missione negli Stati Uniti: i primi 5 piloti addestrati rientreranno a breve dalla base di addestramento internazionale per gli F35 dell’Air force a Luke, in Arizona, dove hanno completato il primo programma di volo sul velivolo. Gli specialisti sono invece a Eaglin, Nebraska, dove hanno definito il programma di transizione dagli Amx (i velivoli che c’erano prima ad Amendola) ai nuovi F35.

Negli Stati uniti l’Italia ha portato quattro aerei, sui quali i piloti militari di Amendola hanno totalizzato le prime ore di volo. Altri quattro piloti del Tredicesimo gruppo di Amendola sono pronti a partire per Luke, quando saranno tornati i primi cinque colleghi che terranno a battesimo il caccia. Le operazioni sono coordinate dallo Stato maggiore, ad Amendola è previsto il primo dispiegamento di velivoli ad atterraggio tradizionale. Altri due aerei a decollo verticale saranno assegnati alla Marina militare, a Grottaglie, per sostituire gli Harrier sulla portaerei Cavour. Una quota di F35 (dovrebbero essere 90, ma il governo italiano ha fissato il tetto a 45 in nome del contenimento della spesa) verrà assegnata anche allo stormo di Ghedi (Brescia) dove attualmente operano i Tornado ormai a fine vita; ma i tempi di questo secondo, o terzo, dispiegamento dovrebbero sconfinare oltre il 2020.

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