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Bari, seduta monotematica
del Consiglio regionale pugliese
per commemorare Aldo Moro

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

Aldo Moro

Aldo Moro

Giovedì 22 Settembre 2016, 11:57

23 Settembre 2016, 13:14

BARI - «E' nostro dovere ricordare Aldo Modo, consapevoli ed orgogliosi di vivere nella Regione che ha dato i natali ad una delle più importanti personalità della storia recente del nostro Paese». Lo ha detto il presidente del consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, aprendo la seduta straordinaria e commemorativa della figura di Aldo Moro nel centenario della nascita (Maglie, 23 settembre 1916).

«In qualità di rappresentanti istituzionali, di uomini politici e di pugliesi - ha proseguito Loizzo - rendiamo merito all’uomo, allo statista e al conterraneo, con semplicità e sincera partecipazione. Ricordiamo il suo impegno per costruire - ha spiegato - equilibri più avanzati nell’allargamento dei confini della nostra giovane democrazia. In quella lunga stagione di tensioni egli mantenne sempre fermo l’obiettivo di avvicinare i cittadini alle istituzioni e alla politica, quale premessa - secondo Loizzo - per completare il passaggio a una democrazia compiuta e per la realizzazione di un’alternanza di governo».

Loizzo ha sottolineato che Moro «antepose il tema dei doveri e dell’etica della responsabilità ad ogni opportunistica scorciatoia. Nel suo modo di pensare - ha continuato - si riflettono in maniera equilibrata tutte le esigenze che si presentavano nella dura opera per la riorganizzazione dello Stato dopo le rovine della guerra, per ripristinare le regole democratiche e per prefigurare una società basata sulla eguaglianza e sulla solidarietà. Valori cioè, che rappresentavano sin da allora, i due maggiori punti di incontro del pensiero cristiano e di quello marxista». Per il presidente del consiglio regionale pugliese «il modo più giusto per onorare la figura di Moro - ha concluso - è quello di perseguire la strada della ricerca della verità sulla sua tragica morte, qualunque essa sia».

All’intervento del presidente Loizzo sono seguiti quelli dell’on. Giuseppe Vacca su 'Moro e la politica estera in Italià e del direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tomaso, su 'Moro, la Puglia e il Mezzogiornò. Le conclusioni, dopo gli interventi dei capigruppo consiliari, saranno tenute dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

«Moro è una rara figura politica dotata di visione, cioè di grande, forte, sentito pensiero». Lo ha detto l’on. Giuseppe Vacca intervenendo nel Consiglio regionale della Puglia nella seduta straordinaria e commemorativa della figura di Aldo Moro, nel centenario della nascita dello statista pugliese. «Egli definì lo Stato democratico lo Stato del valore umano. Ne discende una concezione del pluralismo sociale profonda, che definisce - secondo Vacca - il limite della politica stessa che, per unificare il molteplice, deve porre i singoli individui e i gruppi sociali su un piano di parità morale.

Il ricongiungimento della politica con la morale ispirò anche la visione internazionale di Moro». «Il superamento della democrazia bloccata si fondava - ha sottolineato Vacca - sul riconoscimento del ruolo democratico e nazionale svolto dal Partito comunista dalla Resistenza in poi, ma anche sulla sfida a sviluppare la sua autonomia, fino al punto di far cadere le pregiudiziali americana ed europea al suo ingresso nel Governo. Quanto fosse realistica questa strategia di Moro, resa peraltro cogente dagli sviluppi della situazione italiana, è un problema storico aperto».

«La responsabilità politica di Moro - ha aggiunto il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno, Giuseppe De Tomaso - è stata quella di ritenere che nessuna forza politica potesse essere, da sola, espressione degli interessi del Paese e del comune sentire del Paese, proprio per la particolarità della situazione italiana. Credo che questo aspetto, molto particolare, che di fatto segna tutta la sua vicenda, si possa collegare anche alla vicenda del Mezzogiorno. Ci sono problemi che una figura come Moro sicuramente avrebbe incanalato in maniera diversa, senza contrapposizioni fra Stato e Regioni. Moro, che sulle Regioni ha scritto parole molto importanti, era attentissimo al fatto che non ci potesse essere una rottura dell’unità nazionale». Nell’aula del Consiglio regionale della Puglia sono poi intervenuti i capigruppo consiliari: tutti hanno ricordato la figura del «grande statista pugliese» e «servitore dello Stato».

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