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«Migranti, nuova rete
Cara, lavori per 5,2 mln»

 
Franco Giuliano

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Franco Giuliano

Cara, litigio a coltellatein fin di vita un eritreo

Mercoledì 21 Settembre 2016, 20:05

ROMA - Lo scorso 14 settembre è stato approvato il progetto per i lavori di ristrutturazione del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Borgo Mezzanone (Foggia): sarà fatta una gara e dall’inizio dei lavori alla conclusione passeranno 10 mesi. Si comincerà dalla rete di recinzione, che è la cosa più urgente da fare. Lo ha annunciato il prefetto di Foggia, Maria Tirone, in audizione alla Commissione d’inchiesta sui migranti.

La Commissione ha avviato un approfondimento sul Cara dopo l’inchiesta del settimanale 'L'Espressò che documentava una serie di pesanti criticità nella struttura.

«Il Centro - ha spiegato il prefetto - ha ospiti in notevole sovrannumero rispetto alla capienza, non è certo un paradiso ed il punto più critico è il 'ghettò che si trova fuori dalla recinzione e rappresenta un fenomeno tipico della Capitanata, legato alla vocazione agricola di questa terra ed alla forte richiesta di manodopera».

Il 'ghettò è una sorta di accampamento abusivo che sorge accanto al Cara e la rete che divide i due ambienti, ha osservato Tirone, «è in materiale leggero, alta un metro e 80 cm e viene continuamente manomessa determinando un via vai di persone attraverso i varchi. Nel nuovo progetto è prevista una recinzione alta 4 metri, un impianto di videosorveglianza ad infrarossi, una pista carrabile per consentire il controllo del perimetro, telecamere e posto di controllo con guardie all’interno».

Da parte sua il questore di Foggia, Piernicola Antonio Silvis, ha sottolineato che «il Cara non è un Centro di detenzione, gli ospiti sono liberi di entrare e di uscire. La criticità è la rete di recinzione che viene rotta continuamente determinando passaggi incontrollati dalla 'favelà sorta accanto al Centro». Peraltro, ha sottolineato, «nel campo abusivo ci sono persone che hanno diritto a stare in Italia, non sono clandestini. Spesso ci sono proteste, ma non ci sono situazioni eclatanti di irregolarità. E’ comunque la politica che deve smantellare questa situazione».

Il Cara, ha precisato, «è uno dei problemi di Foggia, ma non è 'il' problema. In questo territorio c'è una criminalità organizzata violentissima ed anche tanta criminalità comune, noi abbiamo chiesto rinforzi e ci sono una quindicina di uomini tra militari e forze di polizia che controllano la struttura». 

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