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A Canne della Battaglia
mai visite di domenica

 
Rita Schena

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Rita Schena

canne della battaglia

Giovedì 25 Agosto 2016, 09:53

BARLETTA - L’avviso è delicatamente premuroso: «Il Polo museale della Puglia informa il gentile pubblico che l’Antiquarium di Canne della Battaglia, nei giorni di domenica 21 e domenica 28 agosto, non saranno visitabili». Stop. Fine delle comunicazioni via Facebook. E al «gentile pubblico» non resta che ringraziare la struttura diretta dall’architetto Fabrizio Vona e sperare che vada meglio in futuro. Sì, ma quando? A settembre? A ottobre? Nei grigi mesi invernali? Boh! Caro «gentile pubblico», aspetta e spera...

Intanto, per la domenica d’agosto già trascorsa e per quella che verrà, il «gentile pubblico» è pregato di girare al largo dalla collina di Canne, al contrario di quanto avviene nei siti vicini. Chissà. Sarà per l’inserimento in extremis nella mappa del Polo museale regionale, ma Canne sembra propria la cenerentola cultural-archeologica della Provincia e pure della Puglia. Hai voglia a creare l’«evento» con la mostra di Annibale in corso nel castello di Barletta: è come sentire il profumo dell’arrosto, senza l’arrosto. Oppure, se volete, come la proliferazione dei Festival sui libri (anche nelle nostre città), mentre le librerie chiudono i battenti una dopo l’altra (pure nelle nostre città): «È l’eventizzazione della cultura, bellezza...».

Se poi ci mettiamo il passaggio di consegne e competenze in atto fra Sovrintendenza archeologia, belle arti e paesaggio di Foggia e Barletta, Andria e Trani (diretta dalla dott.ssa Simonetta Bonomi) e il sopracitato Polo museale di Puglia, allora il «gentile pubblico» dovrà rassegnarsi: nel confronto con politici e burocrati contemporanei, il console Quinto Fabio Massimo, detto il Temporeggiatore, fa la figura del «fulmine di guerra». Certo, con Lucio Paolo Emilio, il 2 agosto del 216 avanti Cristo perse la battaglia di Canne, ma evidentemente iniettò il suo «virus» ad Annibale, che poi perse la seconda guerra punica. Il contagio deve aver sfidato con successo i secoli, se continuiamo a perdere «treni» (non solo metaforici), «battaglie» e «guerre» per una promozione turistica che esiste solo nell’immaginazione (incubi?) di troppi.[r.dal.]

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