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Laudati impugna l'assoluzione
«Non vuole ombre sull'operato»

 
Flavio Campanella

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Flavio Campanella

Escort, assolto Laudati ex procuratore  di Bari

L'ex procuratore di Bari Laudati

Martedì 26 Luglio 2016, 14:15

BARI - L’ex procuratore di Bari Antonio Laudati ha impugnato la sentenza con cui il 9 marzo scorso era stato assolto dal Tribunale di Lecce dalle accuse di abuso d’ufficio «perché il fatto non costituisce reato» e favoreggiamento personale «perché il fatto non sussiste». Accuse che la Procura di Lecce gli muoveva per aver rallentato l'inchiesta della procura barese sulle escort portate tra il 2008 e il 2009 dall’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini nelle residenze dell’allora premier Silvio Berlusconi.

«L'appello si è reso necessario, nonostante la pronuncia assolutoria in primo grado, - spiegano i difensori di Laudati, gli avvocati Andrea Castaldo e Carlo Di Casola - per dimostrare la totale correttezza dell’operato dell’allora procuratore della Repubblica di Bari ed al fine di ottenere la assoluzione per entrambi i capi di imputazione con la formula il fatto non sussiste».

I difensori, prendendo atto dell’impugnazione proposta anche dall’accusa, nella persona del procuratore di Lecce Cataldo Motta, «non possono non dolersi della circostanza - affermano - che, come già accaduto in passato, la stampa sia stata previamente informata, con grave alterazione delle regole processuali, a differenza delle scelte di estrema riservatezza adottate dalla difesa, che anche in questo caso non ha mai divulgato atti e iniziative al di fuori del processo. Deve peraltro sottolinearsi come il ricorso ai media che ha sempre caratterizzato il processo in oggetto e che, si ribadisce, non è mai avvenuto ad opera della difesa, lasci alimentare persino il dubbio di una precisa strategia, che nuoce alla serenità del collegio giudicante e che del resto ha portato sinora alla piena sconfessione delle tesi dell’accusa. L’impugnazione da parte del dott. Motta, prossimo alla pensione, - conclude la difesa - alimenta nei terzi il sospetto di una personalizzazione del processo e si caratterizza di fatto quasi come un accanimento, esasperando e prolungando una vicenda che ha già arrecato al dott. Laudati ingenti danni economici e morali, sul piano personale e professionale».

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