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Puglia, mare tutto l'anno
ma strutture da smontare

 
Rita Schena

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Rita Schena

Puglia, mare tutto l'annoma strutture da smontare

Domenica 19 Giugno 2016, 10:11

BARI - Il problema del divieto di balneazione è stato risolto. Ma resta quello delle strutture dei lidi, che per legge devono essere amovibili e che però i gestori chiedono di poter mantenere tutto l’anno fino alla scadenza della concessione demaniale. Una richiesta ribadita soprattutto ora che, con la nuova ordinanza balneare, la Regione ha ufficialmente dichiarato che la stagione dura 12 mesi.

Si tratta di un problema urbanistico, perché i Comuni rilasciano il nulla osta al mantenimento previo parere paesaggistico della Soprintendenza. Ma a dispetto di tutti gli accordi (l’ultimo è quello di ottobre scorso con la Prefettura di Lecce), il ministero dei Beni culturali dice quasi sempre «no». E così i gestori sono costretti a rivolgersi al Tar. Negli ultimi due anni i giudici amministrativi di Lecce hanno spesso annullato i dinieghi, quando hanno ritenuto che le motivazioni paesaggistiche fossero immotivate. Ma non sempre: ci sono anche casi (un lido di Pescoluse) in cui i giudici, pur avendo sospeso il «no» in sede cautelare, lo hanno poi confermato in sede di merito quando la presenza di strutture (non fisse, ma permanenti) risulta in contrasto con le previsioni del Piano paesaggistico.

Il tema andava insomma affrontato in sede di approvazione del nuovo Pptr, che nelle aree di rispetto di molte marine consente di realizzare strutture «facilmente rimovibili» ma non in modo permanente. E quindi c’è un paradosso: se la stagione balneare dura 12 mesi, anche il lido dovrebbe poter essere mantenuto per 12 mesi. Ma i Comuni continuano a dire di no.
L’assessore al Demanio, Raffaele Piemontese, ha promesso che chiederà alla Soprintendenza di aprire un tavolo tecnico, anche perché la legge regionale 17/2015 già prevede la possibilità di mantenere i lidi tutto l’anno. I gestori, oltre che una questione turistica, ne fanno un problema economico: smontare e rimontare ogni anno comporta costi non indifferenti. E soprattutto, dicono, trattandosi quasi sempre di strutture in legno l’impatto sull’ambiente è abbastanza ridotto.

La questione è diventata anche argomento di polemica politica, proprio all’indomani dell’emanazione della nuova ordinanza che ha eliminato il divieto di balneazione fuori dal periodo obbligatorio di apertura. Giovedì, in commissione Ambiente e Sviluppo economico, è stata convocata l’audizione degli operatori del settore. «Finalmente - dice il consigliere regionale Giandiego Gatta (Fi) avremo modo di fare chiarezza sulle criticità della stagione balneare pugliese, sollevate dagli operatori e smentite dalla giunta regionale». Gatta chiede di «fare chiarezza» sugli effetti dell’ordinanza balneare, che «ha provocato numerosi disagi al settore, segnalati dagli operatori. Ci sono divieti e incombenze perniciosi per l’economia turistica che cozzano con l'annuncio del presidente Emiliano sulla “stagione balneare tutto l’anno”. Il mare è uno strumento di straordinario appeal turistico, e va salvaguardata la fruibilità delle spiagge e dei lidi». [m.sc.]

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