POTENZA - La mafia? Per la Cassazione in Basilicata non c’è. Il caso di «calciopoli» (procedimento risalente al 2010), ad esempio, ha evidenziato come tutt’al più possono riscontrarsi atteggiamenti e «stili» che si rifanno ai modelli mafiosi. Ma l’organizzazione criminale è un’altra cosa. Una linea che era stata già affermata nel processo di primo grado e poi smentito in appello. I giudici dell’Alta corte danno ragione ai primi giudici. Tutto da rifare, dunque, nel processo sul caso specifico. E il giudizio è stato affidato al tribunale di Salerno.
Un groviglio di procedimenti, processi che vanno avanti e poi tornano indietro per riformulare le accuse sulla sussistenza di una associazione a delinquere di stampo mafioso sul Potenza calcio, ma ieri la Cassazione ha detto che non c’è: se quella gestione «nera» della società rossoblù (in cui si ipotizza un giro di scommesse e violenze per intimidire avversari e tifosi) è stata viziata da un sodalizio criminale si trattava di un’associazione a delinquere semplice e per questo le condanne di due persone giudicate con il rito abbreviato, il pentito Antonio Cossidente e Michele Scavone, sono state annullate con rinvio a Salerno, accogliendo la richiesta avanzata dall'avvocato di Scavone, Gaetano Basile, che erano state fatte propria anche dal procuratore generale presso la Cassazione Francesco Iacoviello.
Una decisione pesante quella della prima sezione penale della Cassazione perché, verosimilmente, destinata ad avere effetti non solo sulle condanne oggetto della pronuncia (c’era anche un terzo ricorso per una condanna avvenuta senza aggravante mafiosa, ma è stato giudicato inammissibile) ma anche sul resto del procedimento, quello avviato a giudizio con rito ordinario e nel quale pendono accuse nei confronti di altre dieci persone.
Nel caso dei ricorsi accolti ieri, condanne a 4 anni per Cossidente, 2 anni e 4 mesi per Michele Scavone. Niente mafia, dunque. E, sulla questione, ora bisognerà che tornino a pronunciarsi i giudici. Ma stavolta non quelli della Corte d’Appello di Potenza. La Cassazione ha rinviato il tutto a Salerno. Un singolare «gioco dell’oca» che lascia tutti con qualche perplessità sulla reale situazione che riguarda la Basilicata. Compresa la domanda. fra «metodo» mafioso e «stile» mafioso, qual è l’esatta differenza?
Calciopoli lucana

La Cassazione ha ha annullato il processo di appello: tutto da rifare a Salerno
Domenica 12 Giugno 2016, 09:37