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Fallimento Divania
Unicredit condannata
pagherà 12 milioni

 
Rita Schena

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Rita Schena

Fallimento DivaniaUnicredit condannatapagherà 12 milioni

Giovedì 19 Maggio 2016, 16:58

17:54

BARI - Il giudice monocratico del Tribunale civile di Bari Valentino Lenoci ha condannato la banca Unicredit spa al pagamento di 12.681.776 euro in favore della curatela del fallimento Divania, la società barese produttrice di divani dichiarata fallita nel 2011. La somma corrisponde alle presunte perdite dovute agli investimenti in derivati.
La sentenza riconosce «le gravi violazioni poste in essere» dall’istituto di credito «nella gestione dell’operatività in strumenti finanziari derivati» sottoscritti dal titolare dell’azienda, l’imprenditore barese Francesco Saverio Parisi, fra il 2000 e il 2005.

Secondo il Tribunale civile, le operazioni in derivati «non erano assolutamente coerenti con il profilo di rischio della società Divania» e, anzi, «assolutamente inappropriate». Il giudice ritiene infatti che l'imprenditore barese Francesco Saverio Parisi abbia effettuato "investimenti in maniera inconsapevole, senza conoscere adeguatamente natura e tipologia degli strumenti finanziari sottoscritti».
I 188 contratti derivati sottoscritti fra il 2000 e il 2005 «non avevano una funzione protettiva dal rischio - si legge ancora nella sentenza - ma presentavano una forte componente speculativa, della quale Unicredit non aveva fornito alcuna informazione a Divania». L’80 per cento di quei contratti, infatti, costituiva una ristrutturazione di precedenti operazioni «con la specifica finalità di compensare le perdite e trasferirle nei nuovi contratti».

Il giudice rileva, inoltre che «lo statuto di Divania non contemplava la possibilità di effettuare simili operazioni, anzi, inibiva ogni attività non necessaria per la fabbricazione e commercializzazione di poltrone e divani», sottolineando tra l'altro la «mancanza, in capo a Divania e a Parisi, dei fondamentali requisiti di competenza ed esperienza in materia». Circostanza della quale Unicredit, secondo il Tribunale, era a conoscenza.

Nella vicenda della sottoscrizione dei contratti derivati da parte di Divania, vi sono state «gravissime violazioni compiute da Unicredit, con riferimento agli obblighi informativi da porre in essere al momento della stipulazione delle singole operazioni» e vi è stata «notevole superficialità nella gestione documentale dell’operatività in essere», scrive il Tribunale di Bari. Secondo il giudice, «la condotta della banca ha cagionato una serie rilevantissima di danni».
Nel procedimento, avviato nel 2009, Divania chiedeva più di 80 milioni di euro come risarcimento danni anche per la «mancata redditività dovuta alla distrazione delle risorse finanziarie». Nel condannare la banca al pagamento di oltre 12 milioni di euro, il giudice però afferma che «non vi è invece prova di altri danni da considerare quale conseguenza immediata e diretta dell’operatività in derivati».

UNICREDIT: IMPUGNEREMO LA SENTENZA - «UniCredit non condivide la sentenza e si riserva di proporre appello». In una nota l’istituto di credito commenta la sentenza del Tribunale di Civile di Bari che ha condannato la banca al pagamento di 12 milioni di euro in favore della curatela del fallimento della società barese Divania per le perdite dovute ai contratti derivati sottoscritti.
«Si ribadisce ancora una volta - si legge nella nota di Unicredit - che le vere ragioni del default di Divania sono contenute nella sentenza dichiarativa del suo fallimento del giugno 2011, confermate anche dalla Corte d’Appello di Bari che nella sostanza escludono che la contestata operatività in derivati abbia potuto rappresentare anche solo una concausa del dissesto di Divania». «Questa sentenza - conclude la banca - peraltro ridimensiona fortemente l’entità delle pretese risarcitorie azionate contro UniCredit che infatti ne ha sempre contestato la fondatezza». 

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