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Il racket dei vigneti
due arresti nel Barese

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

Il racket dei vignetidue arresti nel Barese

Pretendevano 20mila, minacciando il taglio dei tiranti e dei tralci di vite, così da compromettere l’intero raccolto

Lunedì 16 Maggio 2016, 10:10

10:25

BARI - Con l’accusa di tentata estorsione aggravata, i carabinieri hanno arrestato Nicola Gagliardi, sorvegliato speciale di 40 anni di Rutigliano, e Antonio Nitti, 37enne di Noicattaro. I due - secondo gli investigatori - imponevano il pizzo di 20mila euro a imprenditori agricoli, minacciando il danneggiamento dei vigneti, con il taglio dei tiranti e dei tralci di vite, così da compromettere l’intero raccolto. Quando non riuscivano ad ottenere i soldi, assoldavano un intermediario per convincerli «bonariamente» a cedere al ricatto. Nelle indagini è coinvolta una terza persona, di 38 anni, incensurato di Rutigliano, amico della vittima. Per lui il Tribunale ha disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Due gli episodi in questione, entrambi avvenuti in Rutigliano. Il primo imprenditore, nel periodo dei tentativi di avvicinamento, viene contattato ben nove volte. Riceve nove telefonate intimidatorie con richiesta della stessa somma: 20 mila euro, a seguito delle quali due suoi vigneti vengono danneggiati irrimediabilmente, in due distinte occasioni. Di fronte alla volontà dell’imprenditore di non cedere alle richieste estorsive, l’estorsore, deciso a guadagnarci, si “traveste” da intermediario e assolda un “vero” amico della vittima, da cui lo fa insistentemente avvicinare, cui assegna il compito di presentarlo alla vittima con il pretesto che solo lui può “calmare le acque”, ovviamente dietro lauto compenso, tra la vittima e gli estorsori; insomma in un modo o nell’altro, nelle vesti di estorsore o di intermediario/benefattore, il “lauto compenso” deve arrivare.  

Il secondo imprenditore è più fortunato, non subisce danni perché denuncia subito e riferisce ai Carabinieri già la prima richiesta di avvicinamento, ammontante sempre alla stessa somma: 20 mila euro. Basta solo una chiamata e il cerchio si restringe sempre intorno allo stesso estorsore.

Il fenomeno in questione è diffuso nell’agro barese; ammontano a qualche decina i casi denunciati solo nella passata stagione, tra i mesi di giugno e settembre. Il modus operandi è sempre simile: avvicinamento della vittima con richiesta di denaro e, in caso di non cedimento alla richiesta estorsiva, esecuzione notturna dei danneggiamenti ai tiranti, ai tendoni e alla vite stessa, con la consequenziale compromissione dell’intero raccolto.

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