di Michele Cozzi
Raffaele Fitto, leader del gruppo Conservatori e riformisti: partiamo dalla vicenda terrorismo. La Puglia sembrerebbe a rischio infiltrazione, dopo gli arresti dell'altro giorno. La risposta del governo è adeguata o no?
«Rischio? Direi certezza. Cos'altro altro deve succedere? Bari e la Puglia sono il crocevia del terrorismo, anche Salah è passato da Bari. Ringrazio mille volte le forze dell'ordine e non faccio polemica politica, sia chiaro, perché su questi temi non si fa propaganda. Però, certo, mi pare che sia alcuni amministratori locali sia alcuni politici nazionali siano più adatti a fare convegni che a tenere la situazione sotto controllo. Bisogna agire subito».
Il governo ha messo su una serie di misure, anche con la presenza più massiccia delle forze dell'ordine, per assicurare più sicurezza nelle nostre città. Ma questo può bastare oppure dobbiamo abituarci a convivere con il nemico esterno?
«C'è un rischio cancro, e il governo si limita alle aspirine, purtroppo. Noi lanciamo come Conservatori e Riformisti quattro proposte precise».
Quali sono?
«Serve un rafforzamento della missione militare internazionale anti-Isis. Non possiamo lasciare "Stati falliti" (dalla Siria alla Libia) dove Isis possa prosperare e pianificare. L'attendismo del governo Renzi, rispetto alla Libia, è un grave errore. Ci rendiamo conto di cosa può venire da lì? Attentati qui in Italia, rapimenti di cittadini italiani lì, attacchi alle postazioni petrolifere italiane in Libia, scatenamento scientifico di ondate migratorie. In Italia, serve la chiusura immediata delle moschee irregolari, anzi di ogni luogo di culto irregolare e incontrollato. È normale che le moschee debbano essere autorizzate. È possibile che ci siano garage o scantinati dove si predica in arabo, e non si sa cosa si dicano tra loro? Poi, serve un sistematico controllo del territorio rispetto al fenomeno dei centri di aggregazione clandestini».
Ci sono aree, in alcuni grandi città europee, nelle quali si è creata una sorta di comunità escludente rispetto a quella generale. Che dice?
«Sia in Italia sia in Europa, bisogna affrontare il problema delle aree lasciate, in nome di un multiculturalismo fallimentare, e infatti fallito, in mano a comunità islamiste e di fatto sottratte alla legge. Ha visto in Belgio le aggressioni di quelle comunità a Molenbeek contro la polizia?».
Salvini oggi è a Bari per una manifestazione contro l'immigrazione. Il leader leghista cavalca questo tema, che ha una sua rilevanza oggettiva. Ma non si corre il rischio di alimentare la psicosi della paura e della caccia al musulmano?
«Non si può arrivare a rovesciare il problema per cui il problema per alcuni diventa contrastare Salvini, anziché contrastare il terrorismo. Parliamo di cose concrete. Noi Conservatori e Riformisti siamo stati i primi a chiedere la chiusura del Cara di Bari. Le indagini hanno svelato che uno degli arrestati era residente proprio lì. È chiaro che non tutte le persone ospitate nei centri di accoglienza per i richiedenti asilo sono terroristi, ma tutti i terroristi islamici arrestati in Puglia provengono dal Cara. È chiaro o no che i terroristi puntano a sfruttare l'immigrazione incontrollata per infiltrarsi in Italia?».
Sembrerebbe che lei in questa stagione politica sia più vicino a Salvini che a Berlusconi. Non la turba questo possibile accostamento con il leghista?
«Non si tratta di lontananza o di vicinanza, ma di aprire una pagina nuova nel centrodestra. Poi si tratta di chiarire cosa si scrive in quella pagina. Per questo un punto cardine sono le primarie: una competizione di persone e idee per ridare ossigeno al centrodestra e coinvolgere i cittadini. La dolorosa rottura mia e dei tanti colleghi con cui abbiamo fondato i Conservatori e Riformisti è stata centrata su alcuni punti chiave: no al patto del Nazareno, netta alternativa a Renzi, primarie e competizione per il centrodestra del futuro. Inascoltati, abbiamo ad uno ad uno indicato a Berlusconi gli errori che commetteva, fino a separare le nostre strade.
Ora, osservo con attenzione le scelte compiute anche da Salvini e Meloni. Tutto ciò che aiuta a sbloccare il centrodestra merita rispetto e attenzione. Non si può tenere parcheggiato il centrodestra, per non dare dispiaceri a Renzi...
Poi, nel campo alternativo a Renzi, ognuno porta la sua cultura. Noi Conservatori e Riformisti siamo pronti a rappresentare la cultura e la sensibilità occidentale in politica estera, quella liberale, innovatrice, pro-impresa in economia, quella modernizzatrice della politica e delle istituzioni. Anche il nostro rapporto internazionale con i Conservatori inglesi indica un preciso riferimento per ridare una casa ai 12 milioni di elettori che hanno abbandonato il centrodestra».
Eppure a Roma lei appoggia Marchini, contro l'asse Salvini-Meloni. Non c'è un po' di contraddizione?
«No. Primo: noi abbiamo scelto Marchini tre mesi fa, quando gli altri puntavano su Bertolaso. Secondo: ci siamo sgolati a chiedere anche a Roma le primarie proprio per avere un candidato unico, e avevamo ragione».
Salvini esplicitamente dà il benservito a Berlusconi. Un centrodestra salvinizzato non rischia di regalare i moderati in maniera definitiva a Renzi?
«Per questo servono le primarie. E per questo serve costruire qualcosa che oggi nel centrodestra non c'è : la componente moderata e riformatrice. Ecco perché servono le primarie: per un limpido confronto su contenuti e proposte, e perché il centrodestra abbia una seria e credibile gamba liberale, moderata, riformatrice».
Cosa rimane di un progetto di riaggregazione, centrista e/o di destra moderata, con Alfano, Quagliariello?
«Lo spartiacque per me è l'alternativa al governo, che è stata coerentemente scelta da Quagliariello e dai suoi amici. Ncd, lo dico senza polemica, ha invece scelto di fare da ruota di scorta di Renzi. E' un altro progetto».
Al referendum costituzionale voterà no insieme a Salvini, Casapound, grillini, estremisti di sinistra e Travaglio?
«Noi voteremo No al referendum, ma non ci confondiamo con altri. Anzi, le dico che dopo i tragici errori del Nazareno, il centrodestra continua a sbagliare campagna sulle riforme istituzionali. Dobbiamo dire No, ma indicando un modello di riforma più ambiziosa di quella di Renzi.
Un esempio da seguire? I nostri emendamenti presentati come Conservatori e Riformisti e respinti da Renzi: presidenzialismo, tetto fiscale in Costituzione, abolizione secca, e non finta, del Senato. Dobbiamo indicare noi l'obiettivo della Terza Repubblica, non lasciare a Renzi l'immagine del riformatore, semplicemente perché non lo è affatto. Per questo immagino un nostro comitato sul referendum, aperto alla società, che non si confonda con il grillismo e i professori dello status quo, con gli imbalsamatori della Costituzione del '46-'48. Indicheremo grandi obiettivi per una Costituzione da cambiare davvero».