MASSIMO BRANCATI
Il premier Matteo Renzi sarà oggi in Basilicata. È una visita annunciata da tempo - e più volte «saltata» - eppure ancora non c’è uno straccio di programma. In linea di massima si sa che alle 17 dovrebbe essere a Matera e intorno alle 20 a Maratea. Per il resto è tutto da decifrare. Anche per il governatore Pittella e il suo entourage che navigano a vista in attesa di notizie da Roma. Non solo, c’è da tener conto dell’incognita meteo: gli spostamenti in elicottero di Renzi potrebbero essere messi a dura prova da una forte perturbazione annunciata proprio per oggi e martedì. Appare difficile che il premier faccia di nuovo marcia indietro sulla Basilicata (l’ultima volta la bufera giudiziaria che ha travolto il petrolio lucano lo ha convinto a soprassedere), ma non è escluso che la sua visita si riduca a poco più di un’ora da trascorrere solo nella capitale della cultura, il tempo per dare uno sguardo alla città e firmare il «patto per la Basilicata», uno dei segmenti del piano per il Sud attraverso il quale il Governo nazionale - accentrando la gestione delle risorse per coordinarne la programmazione - conta di colmare il gap di sviluppo infrastrutturale ed economico tra le regioni del nord e del Mezzogiorno.
È proprio sul «patto per la Basilicata» che si è soffermato ieri mattina il presidente Pittella, illustrandone il contenuto (finanziamenti per strade, reti informatiche, depuratori e quant’altro) che, per la verità, è ancora da decriptare: il dettaglio della spesa ha bisogno di una declinazione ulteriore, successiva al riconoscimento esatto delle risorse a disposizione e del riparto tra le realtà territoriali dell’intero plafond.
Nella giungla di dati e somme, il Governo nazionale - che conta, tra l’altro, di recuperare fondi strutturali non spesi - emerge che nel prossimo biennio Roma si impegna a versare alla Basilicata circa 2 miliardi e 602 milioni di euro (su una proposta complessiva della Regione pari a 4 miliardi) da utilizzare per interventi su cinque linee: infrastrutture, ambiente, sviluppo economico e produttivo, turismo e cultura, welfare e legalità. Si ragiona in termini biennali per controllare meglio la tempistica delle opere e verificare il rispetto degli impegni.
«Il patto che firmeremo - ha detto Pittella - rappresenta una grande opportunità di crescita e sviluppo della nostra regione e ci consentirà di mettere a sistema le risorse già a disposizione della Regione, come quelle già programmate e non spese, Por 713, i fondi ex Fas non spesi e la rimodulazione di essi, aggiungendo a questi ultimi, i fondi dell’ex Fsc, un fondo destinato alle regioni del Sud che prevede 24 milioni di euro». Ai 2 miliardi e 602 milioni - ha ricordato Pittella - si aggiungono circa 300 milioni derivanti dal piano Anas e destinati al territorio lucano. Proprio sul fronte delle infrastrutture (con investimenti per 1,8 miliardi di euro) il governatore ha evidenziato come le opere interessate siano la Matera-Ferrandina, il tratto Murgia Pollino, la Potenza-Melfi e la «colonna vertebrale» della viabilità lucana, ovvero la Basentana, compreso il raccordo Sicignano-Potenza.
Quanto alle altre macro-aree di intervento, Pittella ha indicato 179 milioni di euro per l’ambiente (depurazione, schemi idrici, adduzione primaria), 108 milioni per lo sviluppo produttivo e il sostegno alle imprese, 48 milioni per turismo e cultura che si aggiungono ai 50 già concessi dal Governo centrale a Matera 2019, 20 milioni per welfare e legalità. «I dettagli del patto - ha concluso Pittella - saranno illustrati dopo le necessarie interlocuzioni con palazzo Chigi, ma le opere partiranno nel più breve tempo possibile».