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India, Latorre resta a casa
«Ma l'Italia aspetta Girone»

 
Nicola PEPE

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Nicola PEPE

«Marò, ci sono presupposti per il rientro di Girone in Italia»

Massimiliano Latorre (a sinistra) e Salvatore Girone

Martedì 26 Aprile 2016, 09:59

27 Aprile 2016, 11:03

NEW DELHI - La Corte Suprema indiana ha esteso di altri cinque mesi, fino al 30 settembre, il permesso del marò Massimiliano Latorre a rimanere in Italia, mentre cresce l’attesa per la decisione sul rientro del commilitone Salvatore Girone prevista nei prossimi giorni dal tribunale arbitrale dell’Aja.

La vicenda dei due Fucilieri di Marina, arrestati nel febbraio del 2012 con l’accusa di aver ucciso due pescatori al largo delle coste del Kerala, è tornata oggi nelle aule del massimo organo giudiziario indiano. Un passaggio obbligato, perché il 30 aprile scadeva l’autorizzazione concessa dai giudici a Latorre dopo l’ictus che lo colpì nel settembre del 2014, ma che ha sollevato in aula qualche perplessità sulla competenza della stessa Corte ad esercitare la sua giurisdizione su un caso che è oggetto di esame del tribunale arbitrale costituito presso la Corte permanente di arbitrato (Cpa) dell’Aja.

In una nota la Farnesina ha infatti ricordato che per l'Italia rimane «sospesa e senza valenza giuridica la giurisdizione indiana» sul caso dei marò. «L'Italia - ha sostenuto il ministero - conferma di riconoscersi infatti nell’Ordine del Tribunale Internazionale per il Diritto del Mare del 24 agosto 2015, che aveva stabilito la sospensione da parte di India e Italia di tutti i procedimenti giudiziari interni fino alla conclusione del percorso arbitrale avviato dal Governo nel giugno dello scorso anno».

Su una posizione simile è apparso oggi anche il rappresentante del governo indiano, il 'solicitor general' Ranjit Kumar che ha «informato» la Corte Suprema sui tempi dell’arbitrato, la cui conclusione è prevista per la fine del 2018, e che fino a quella data la giustizia indiana è sospesa.

Il legale di Latorre, Soli Sorabjee, ha insistito per ottenere un’estensione di un anno, ma il presidente della seconda sezione Anil Dave ha preferito seguire un approccio pragmatico, fissando un’udienza per il 20 settembre, quattro giorni dopo il primo 'round’dell’arbitrato quando l’Italia presenterà la sua posizione all’Aja.

«Vediamo cosa succede», ha ripetuto più volte mostrando di volersi muovere con cautela sul caso che presenta un’alta complessità giuridica.

E’ probabile che dalla decisione del tribunale arbitrale della Cpa su Girone, che secondo la Farnesina è attesa la prossima settimana, arriverà un pò più di chiarezza sulla legittimità delle condizioni di detenzione dei due militari attualmente in libertà provvisoria dietro cauzione.

Intanto l’udienza di oggi è coincisa con un virulento attacco del partito indu nazionalista del Bjp, al governo da due anni, contro il rivale Congresso sulla recente sentenza della Corte di Appello di Milano sulle mazzette versate ad ex rappresentanti della Difesa indiana dagli ex vertici di Finmeccanica per la commessa degli elicotteri AgustaWestland. Il partito della destra, che in queste settimane sta affrontando un test elettorale in quattro Stati, tra cui il Kerala, ha preso la palla al balzo per accusare il precedente governo guidato dal Congresso e attaccare personalmente la leader italo-indiana Sonia Gandhi.

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