BARI - «Renzi sta perseguendo un progetto politico chiaro utilizzando la legge elettorale: farà delle liste a sua immagine e somiglianza nel Pd e farà fuori tutti gli avversari, non consentirà a nessuno di stare in quelle liste». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo a Omnibus.
«D’altra parte - ha aggiunto - temo farà fuori anche tutti i suoi alleati di coalizione. Perché con la legge elettorale che dà il premio al partito che arriva per primo, molto probabilmente renderà i suoi alleati inoffensivi nelle urne. Dopodiché, avendo eliminato anche l'altro ramo del Parlamento, con una maggioranza assoluta che risponde solo a lui nel Parlamento, sarà in grado di realizzare il suo progetto politico». «Progetto che, a quel punto - ha rilevato - con le Regioni menomate e diminuite di poteri, con una interpretazione della Costituzione che non sopporta il meccanismo dell’intesa Stato-Regioni, e il Parlamento completamente ai suoi piedi, dal punto di vista democratico darebbe vita a un modello estremamente preoccupante».
Emiliano ha poi precisato che «Renzi non ha ancora fatto le cose di cui sto parlando, questo è un rischio. Sto chiamando il 'time out' prima della fine della partita». Emiliano ha sottolineato di essere «responsabile, assieme ad altri», di avere sostenuto Renzi: quindi, ha concluso, «se Renzi va a parare dove io temo, non posso essere con lui».
EMILIANO: NESSANA INTENZIONE DI CANDIDARMI ALLA SEGRETERIA - «Non ho alcuna intenzione di candidarmi alla segreteria del Partito Democratico». Lo ha detto il governatore della Puglia, Michele Emiliano, intervistato su Radio 24 che ha diffuso una nota. Circa i rapporti con il premier in relazione al capitolo 'trivellè, ha aggiunto: «Renzi non mi parla, è una tecnica politica. Quando qualcuno è uno spirito libero poi si finisce col non riuscire più a parlare con lui».
EMILIANO SUL REFERENDUM - Sul referendum sulla durata delle concessioni per le trivellazioni petrolifere «mi fa arrabbiare il fatto che si dicano cose diverse dalla verità». Lo ha detto, intervenendo a Omnibus, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sottolineando che «è una normativa complicata, perchè se uno si accontenta che uno gli metta sotto il naso una velina, è possibile che ne combini di tutti i colori».
«Ma il presidente del Consiglio e segretario del partito - ha spiegato - non deve parlare sulla base di documenti che gli mettono sotto il naso. Deve studiare le norme da solo come faccio io». Emiliano si riferisce a quelle che ha definito «due bugie del presidente del Consiglio». E cioè che se vincerà il sì al referendum ci sarà una perdita di posti di lavoro e si dovranno bloccare i pozzi. Per Emiliano «non è vero, perché se vincerà il sì «rientrerà in vigore la legge del del 91 che prevedeva la proroga della concessione dei pozzi di cinque anni in cinque anni nella fase finale» ma «con i controlli delle Regioni».
«Peraltro - ha rilevato - i posti di lavoro per il presidente prima erano quattromila ora sono diecimila. E di questo passo non so cosa combinerà».
Emiliano ha poi aggiunto che «quando ci fu il referendum sull'acqua fu proprio Renzi a chiedere a Berlusconi l'accorpamento e l’election day». Per Emiliano se la stessa scelta fosse sta fatta in questa occasione «avremmo risparmiato i soldi e soprattutto non ci saremmo presi a parolacce». «Se anziché dare indicazioni di astensione - ha proseguito - il presidente del Consiglio avesse detto molto semplicemente decidete in coscienza io non avrei neanche aperto la bocca. Non avrei detto una parola sul referendum». Però, ha concluso, «non si può dare l’indirizzo di astensione per i media, cioè per tenere liberi gli spazi televisivi, e poi lasciare libertà di coscienza: è questo modo negoziante di fare politica che non mi piace».