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Sud-Est, anche l'ingegnere d'oro
54 milioni di parcelle in 10 anni

 
Sud-Est, anche l'ingegnere d'oro 54 milioni di parcelle in 10 anni

Lo scempio delle barriere antirumore ecologiche montate in aperta campagna dove non ci sono abitazioni: costate 15 milioni, stanno crollando

Martedì 08 Marzo 2016, 11:13

BARI - I treni sono costantemente in ritardo. Su alcune tratte girano ancora mezzi degli anni ‘50. Eppure nell’ultimo decennio le Sud-Est hanno speso per investimenti quasi un miliardo di euro. Una cifra enorme, arrivata nelle casse della più importante ferrovia concessa d’Italia grazie ai contributi statali ed ai fondi comunitari: soldi per rinnovare i binari, per l’elettrificazione, per la riduzione del rumore.

I revisori della Deloitte, cui il commissario Andrea Viero ha dato l’incarico di predisporre la relazione sulle cause del dissesto delle Sud-Est, hanno appena terminato di fare i conti. E, spulciando tra i faldoni, hanno fatto emergere una circostanza che merita di essere raccontata. La gran parte (per non dire la titolarità) dei progetti e delle direzioni lavori è stata affidata ad un unico studio. Il titolare è un ingegnere salentino, Vito Antonio Prato, 60 anni, che con la Sud-Est lavora da sempre. E che nell’ultimo decennio ha incassato parcelle per 54 milioni di euro: per i suoi progetti, in pratica, è stato pagato quanto il fuoriclasse argentino Messi.

Eppure la cifra, per quanto impressionante, potrebbe essere approssimata per difetto. Ricostruire tutti gli incarichi è infatti molto difficile. Fino a poco tempo fa, Prato aveva addirittura un proprio ufficio nella sede barese dell’azienda, dove si fa vedere spesso anche oggi che Viero ha decapitato la direzione investimenti. Gli incarichi di Prato - che per quanto è stato possibile accertare sono stati tutti attribuiti con affidamento diretto, cioè senza alcuna procedura di evidenza pubblica - sono formalmente legittimi, e anche le cifre appaiono proporzionate rispetto all’importo dei lavori progettate. Ma, certo, è singolare che le Sud-Est si siano affidate sempre (e solo) ad un unico professionista.

L’elenco è non a caso sterminato. Prato ha progettato ad esempio quasi tutti gli interramenti dei passaggi a livello effettuati negli anni sulle linee Sud-Est. E si è occupato (si sta occupando) anche della direzione lavori e della progettazione dell’elettrificazione della linea Bari-Taranto, intervento tuttora in corso e che presto - grazie a 100 milioni di fondi statali - potrebbe essere esteso anche alle linee del Salento. Tra gli incarichi affidati all’ingegnere salentino, anche la direzione lavori per l’installazione lungo tutta la rete dei «sistemi a particolare valenza ambientale», ovvero le barriere antirumore, un investimento da 15 milioni che merita di essere raccontato.

Nel 2008, infatti, la Regione ha finanziato con i fondi europei l’installazione di queste strutture in legno, pietra e terreno che dovrebbero svolgere la stessa funzione delle barriere fonoassorbenti utilizzate ai margini delle strade: ridurre il rumore al passaggio dei treni. E infati, le barriere ecologiche sono spuntate dappertutto, per chilometri e chilometri, anche (un esempio è nella foto grande, scattata in Salento) in piena campagna: forse per evitare che i treni possano disturbare le cicale notturne.

Ebbene, oggi la gran parte di quelle strutture è semidistrutta. Ci sono punti della rete, sempre nel Salento, dove le barriere antirumore sporgono pericolosamente sui binari, costringendo i treni a rallentare. In altri casi il legno, che dovrebbe essere trattato per l’impermeabilità, è stato distrutto dall’acqua e il pietrisco si è disperso. Per risistemare questo pasticcio servirebbero molti milioni di euro, soldi che - ovviamente - le Sud-Est non hanno. [m.scagl.]

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