“Chi ce l’ha con me pensava che non venissi”, aveva dichiarato in mattinata Sollecito entrando in Corte d’assise d’appello a Firenze dove è attesa la sentenza per l’omicidio di Meredith Kercher. Sollecito era accompagnato dal padre Francesco. “Venire qua stamani è una scelta di coraggio e di rispetto nei confronti della Corte – ha commentato Francesco Sollecito – e di fiducia nella giustizia”.
I giudici sono ormai da quasi otto ore in camera di Consiglio ed hanno fatto sapere che la sentenza dovrebbe essere letta verso le 20. La Corte d’assise d’appello si è infatti ritirata poco dopo le 10 di stamani. Qualche minuto fa ai giudici sono stati portati dei caffè. L'aula si è intanto riempita di curiosi che stanno affollando la parte riservata al pubblico. Tanti anche gli avvocati, i loro collaboratori e i giornalisti presenti.
Non è comunque ancora chiaro dove Sollecito attenderà la sentenza. Forse a casa di alcuni parenti, ma sulla destinazione viene mantenuto un riserbo assoluto. "Non ce la facciamo" si è limitato a spiegare il padre, Francesco Sollecito. Sui banchi della difesa ad attendere la sentenza i suoi legali, gli avvocati Giulia Bongiorno e Luca Maori.
Negli Stati Uniti è invece rimasta la Knox. La giovane americana è a casa dalla madre e rimane in contatto con i suoi difensori, gli avvocato Carlo Dalla Vedova e Luciano Ghirga, via sms. La giovane americana è "preoccupata e stanca", hanno spiegato i legali. A loro continua a chiedere indicazioni sugli sviluppi della giornata. A Seattle la Knox ha comunque spento la Tv a casa ed attende notizie sulla sentenza di Firenze da una telefonata dei suoi difensori.
In primo grado Amanda Knox venne condannata a 26 anni, Raffaele Sollecito a 25. In Appello furono assolti. La Cassazione poi annullò la seconda sentenza. Ora si attende.