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Omicidio Malcore Il vigilante ucciso vittima del dovere

 
Omicidio Malcore Il vigilante ucciso vittima del dovere

Domenica 05 Febbraio 2012, 10:29

03 Febbraio 2016, 00:26

di GIACOMO RIZZO

TARANTO - Ucciso con un colpo di pistola alla testa per aver cercato di sventare una rapina. Sono state già avviate le procedure per il riconoscimento dello status di «vittima del dovere» alla memoria di Francesco Malcore, il vigilante di 35 anni ammazzato il 19 dicembre scorso davanti alla sede dell’Unicredit di via Orsini. È stato il colonello Daniele Sirimarco, comandante provinciale dei carabinieri, a comunicarlo alla vedova della guardia giurata, Gabriella Fedele, che ieri - insieme al figlio di 6 anni - ha trascorso la mattinata nella caserma «Ugo De Carolis», dove ha incontrato il comandante della Regione Carabinieri Puglia, generale Aldo Visone, e le autorità locali. 

L’istanza per il riconoscimento di «vittima del dovere», riservata al militare, all’agente o al vigilante ferito o ucciso (in questo caso spetta al coniuge e ai figli) nell’adempimento del dovere per mano della criminalità, in operazioni di soccorso o in attività di tutela della pubblica incolumità, sarà presentata al ministero dell’Interno. Il presunto killer di Francesco Malcore (il 37enne Cosimo Taglio) e un complice sospettato di aver partecipato alla tragica rapina sono stati fermati dopo 40 giorni, al termine di una indagine portata avanti da un pool composto da oltre 30 militari. Durante l'incontro di ieri, il colonello Daniele Sirimarco ha esternato alla vedova Malcore la vicinanza dell’Ar - ma e delle istituzioni locali. 

«Una promessa - ha sottolineato il comandante Sirimarco - che i carabinieri di Taranto avevano fatto a se stessi, quella di poter abbracciare simbolicamente la signora Gabriella con l’orgoglio di aver portato uno spiraglio di fiducia, sia pur irrilevante di fronte al dolore immane della perdita di un marito, nell’operato delle forze dell’ordine e nel senso di sicurezza che deve circondare la città». Oltre a fare un giro a bordo dell’autoradio con le sirene attivate, al figlio primogenito di Francesco Malcore sono state mostrate le apparecchiature della centrale operativa e sono state illustrate le peculiarità che caratterizzano l’attività del carabiniere. «Prima di andare via - ha osservato il colonello Sirimarco - il bambino ha persino promesso che un giorno avrebbe accompagnato il fratellino più piccolo perché avrebbe gradito tantissimo trascorrere un’analoga giornata».

L’arcivescovo Filippo Santoro ha tenuto un incontro riservato con la donna e il figlio di Malcore. Successivamente, sempre alla presenza delle autorità della provincia, tra cui l’ammiraglio Ermenegildo Ugazzi, comandante di Maridipart, il prefetto Claudio Sammartino, il procuratore Franco Sebastio, il questore Enzo Mangini, il presidente della Provincia Gianni Florido e il sindaco Ippazio Stefàno, il gen. Visone ha espresso i suoi ringraziamenti al team di lavoro costituito all’indomani della rapina sfociata nell’omicidio. È toccato al tenente colonnello Antonio Servedio, comandante del Reparto operativo, illustrare tutte le fasi che hanno riguardato l’attività d’indagine che in 40 giorni ha dato un volto al responsabile dell’omicidio. 

Il generale Visone, nel suo intervento, ha sottolineato «il senso di alta fiducia che ha nei riguardi dell’Arma jonica, augurando un buon lavoro per il prosieguo a tutti i militari». Il bandito che avrebbe sparato contro Malcore, uccidendolo quasi a bruciapelo, ha confessato l’omicidio al pm Daniela Putignano, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia. Ora è caccia ai complici del presunto assassino.
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