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Omicidio Sarah Scazzi La Cassazione cambia idea «Giusto arrestare Sabrina»

 
Omicidio Sarah Scazzi La Cassazione cambia idea «Giusto arrestare Sabrina»

Mercoledì 26 Ottobre 2011, 08:44

02 Febbraio 2016, 23:58

di MIMMO MAZZA

TARANTO - Sabrina Misseri andava arrestata proprio il 15 ottobre del 2010, quando il padre Michele la accusò di averlo aiutato ad uccidere Sarah Scazzi, e fece bene il tribunale del riesame il 12 novembre a confermare l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Martino Rosati nei confronti della 23enne di Avetrana perché c’erano gravi indizi di colpevolezza e un fortissimo rischio di inquinamento delle prove. A oltre cinque mesi di distanza dalla decisione, sono finalmente disponibili le undici pagine con le quali la prima sezione penale della Corte di Cassazione lo scorso 17 maggio respinse il ricorso presentato dall’avv. Franco Coppi contro il primo provvedimento di custodia cautelare notificato a Sabrina Misseri. 

Leggendo le motivazioni, alla luce dei successivi pronunciamenti della Cassazione (successivi temporalmente solo nella data di discussione perché invece paradossalmente proprio l’esito del primo ricorso è stato l’ultimo ad essere conosciuto nelle sue motivazioni), ci si rende conto che anche i giudici della suprema corte non hanno le idee chiare sul delitto di Avetrana. In alcuni provvedimenti sostengono che Michele Misseri non è attendibile e con quello del 26 settembre scorso arrivano a definire insussistenti i gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano. In quello depositato lo scorso 20 ottobre, e riguardante la prima chiamata in correità di Michele Misseri nei confronti della figlia Sabrina, invece, si legge che «il ricorso è inammissibile perché l’ordinanza del riesame è sorretta da una motivazione adeguata e corretta, immune da vizi logici e giuridici, sia con riguardo ai ritenuti gravi indizi di colpevolezza a carico della Misseri, sia riguardo alle esigenze cautelari, e specialmente a quelle consistenti nel pericolo di inquinamento probatorio in un procedimento caratterizzato dalla stratificazione di plurime e contrastanti versioni». 

Poi la Cassazione commette addirittura un grossolano errore, sostenendo che «Michele Misseri, il 19 novembre 2010 (giorno dell’incidente probatorio, ndr) ha reso una ulteriore diversa versione, che escluderebbe la partecipazione della figlia al delitto». Fatto completamente falso perché anzi Misseri in proprio quella occasione sostiene, davanti a tutte le parti processuali, che è stata Sabrina a commettere da sola l’omicidio. 

Oggi l’udienza preliminare riprende con le arringhe degli avvocati Lorenzo Bullo e Raffaele Missere, difensori rispettivamente di Carmine Misseri e Mimino Cosma, imputati per concorso nella soppressione del cadavere. 
Nella memoria del cellulare di Sarah, infine, è stata trovata dai carabinieri del Ris - come detto nella puntata di ieri della «Vita in diretta» - la bozza di un sms mai inviato perché non aveva credito nel telefonino, dal testo inquietante: «Uccidere per professione è un lavoro senza tempo», citazione dello scrittore e docente universitario Andrea Giaime Alonge. Quella mattina la quindicenne di Avetrana si recò a casa della cugina e, secondo la tesi dei pm e la testimonianza di una cliente di Sabrina, era preoccupata perché tra loro ci sarebbe stato un litigio. Più tardi Sarah andrà via dall'abitazione di via Deledda per tornarci intorno alle 14, ma non ne uscirà più viva.
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