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Caso Elisa Claps «Non ho mai ordinato di pulire il sottotetto»

Caso Elisa Claps «Non ho mai ordinato di pulire il sottotetto»

 
Caso Elisa Claps «Non ho mai ordinato di pulire il sottotetto»

Venerdì 08 Luglio 2011, 09:10

02 Febbraio 2016, 23:31

POTENZA - Dopo la condanna all’ergastolo di Danilo Restivo per la morte di Heather Barnett (l’uomo è anche accusato di aver ucciso Elisa Claps), l’attenzione mediatica e investigativa sul caso Claps si sposta sulla scoperta del corpo della ragazza, avvenuto «ufficialmente» il 17 marzo 2010. Nei giorni scorsi la Gazzetta ha pubblicato in anteprima i verbali dell’interrogatorio di don Wagno e delle donne addette alle pulizie della chiesa della Trinità. Entrambi, con sfumature diverse, hanno ammesso di aver visto il cadavere prima del 17 marzo di un anno fa. Ma nessuno dei due ha avvisato la polizia. È stata, in particolare, Margherita Santarsiero, una delle donne delle pulizie, a confermare al pm Rosa Volpe di aver visto un cranio. Don Wagno invece ha parlato di una «sciarpa». In realtà il sacerdote ha visto la maglia che Elisa indossava il giorno dell’omicidio, quella che mamma Filomena aveva intrecciato ai ferri e sulla quale è stato trovato il Dna di Danilo Restivo.

Durante l’ultima trasmissione «Chi l’ha visto?» condotta da Federica Sciarelli, è stato detto che ad ordinare alle due donne di salire sul sottotetto per ripulirlo è stato il parroco della chiesa, don Ambrogio Atakpa. Il sacerdote si chiama fuori da coinvolgimenti: «Non ha mai dato ordine alle donne delle pulizie di pulire il sottotetto. Non sono ricattabile perchè – sottolinea don Ambrogio - non ho nessun macigno sulla coscienza. Smentisco categoricamente quanto detto dalla trasmissione di Rai 3 e in particolare che avrei dato ordine alle donne delle pulizie di pulire il sottotetto della chiesa della Santissima Trinità. Sfido – conclude il sacerdote – chi sostiene tali cose a provarle nelle sedi appropriate».

Chi mente sul ritrovamento? E perché? Un’informativa della polizia riassume le versioni dei protagonisti del ritrovamento.

Don Ambrogio ha sempre detto di non essere mai salito nel sottotetto, di non aver ricevuto confidenze dalle donne delle pulizie e di aver appreso del ritrovamento solo il 17 marzo. Ha, però, telefonato al titolare dell’impresa di costruzioni per far sistemare il terrazzo della chiesa ed è stato presente sullo stesso terrazzo un sopralluogo. Lo ha confermato l’imprenditore titolare dell’impresa edile che ha anche detto di aver rinviato l’intervento nel sottotetto a causa maltempo. Fino al giorno in cui due operai sono stati protagonisti della macabra scoperta. Quella che Gildo, fratello di Elisa, etichetta come una «messa in scena».
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