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Tsunami - Morti 11 italiani, un centinaio i dispersi

 

Lunedì 27 Dicembre 2004, 00:00

20 Gennaio 2025, 17:49

ROMA - Hanno raggiunto ormai il numero di 22mila le vittime dello sconvolgente maremoto che ha colpito ieri il Sud-est asiatico e i numeri si prevedono in crescita. Tra questi vi sono 11 turisti italiani, che trascorrevano le ferie natalizie nelle più rinomate località balneari e almeno un centinaio i dispersi.

«Il numero dei nostri connazionali ancora dispersi è di circa un centinaio ma rispetto a ieri è diminuito», 24 ore fa erano diverse centinaia, ha detto stamattina il ministro degli Esteri Gianfranco Fini, sottolineando il massimo impegno delle autorità italiane per riportare a casa tutti coloro che sono stati travolti dai tragici eventi che hanno colpito il sud est asiatico.
Fini ha sottolineato il ponte aereo con le zone disastrate si è già messo in moto e ha fatto rientrare in Italia 450 connazionali. Tuttavia, ha detto, «stiamo incontrando delle difficoltà che derivano dal fatto che è molto problematico raggiungere i posti da cui vengono evacuati gli italiani. In alcune circostanze non ci sono più mezzi di trasporto, specie per quel che riguarda le Maldive, dove l'aeroporto di Malè si raggiunge unicamente con le imbarcazioni perché non ci sono più gli idrovolanti». In questo quadro, ha precisato il titolare della Farnesina, «i tempi di evacuazione saranno prevedibilmente più lunghi rispetto a quelli che avevamo inizialmente considerato». Gli aerei per riportare in Italia coloro che lo desiderano ci sono, e sono pronti a volare, ma rischiano di decollare non a pieno carico perché in molti non riescono a raggiungere gli aeroporti di partenza. «C'è stato segnalato ad esempio - ha detto Fini - che ci sono dei connazionali su alcuni atolli delle Maldive che stanno tutti bene ma che è per loro impossibile raggiungere Malè». Il capo della diplomazia italiana ha riferito che «Anche nello Sri Lanka ci sono connazionali in condizioni soddisfacenti, che sono a loro volta impossibilitati a raggiungere Colombo. Stessa identica situazione c'è in Thailandia. Ci sono zone in cui non c'è un litro di carburante, non si trovano mezzi di trasporto e c'è gente che sta raggiungendo a piedi gli aeroporti, si tratta di uomini e donne che hanno perso letteralmente tutto. Non hanno un documento di identità, non hanno che il costume da bagno che indossavano. Sono stati travolti dall'onda nel momento in cui si trovavano in spiaggia o nei bungalow». Ci sono poi anche le follie burocratiche, ha continuato il ministro, segnalando che questa mattina all'aeroporto di Colombo, un nostro aereo aveva difficoltà a ripartire perché non risultavano pagate le tasse aeroportuali.
Fini ha anche voluto esprimere soddisfazione per l'efficienza con cui si è messa in moto la macchina operativa italiana. «Dobbiamo constatare come l'Italia sia il più attivo e il più presente tra i paesi europei e anche la solerzia con cui si è messa in moto la macchina dei soccorsi». In tal senso ha sottolineato che nell'aereo partito da Colombo, tra i 114 passeggeri a bordo ce ne erano 54 di paesi dell' Unione Europea. Il ministro ha anche precisato come l'unità di crisi italiana svolga riunioni in tele conferenza con le unità degli altri paesi dell'Unione considerando che «siamo ad un livello di presenza e organizzazione di gran lunga maggiore rispetto a quella degli altri paesi».

Il ministro ha ricordato le vittime italiane, 11 accertate fino a questo momento di cui 8 identificate, ma ha anche espresso tristezza e preoccupazione per le popolazioni locali così duramente colpite, specie in India e Bangladesh. «L'Italia sta cercando di alleviare la sofferenza di quelle popolazioni», ha detto, sottolineando però che per l' invio degli aiuti umanitari il problema «è capire dove farli arrivare, per poi avere la certezza che vengano smistati «. Si tratta, ha precisato, soprattutto di materiale sanitario, ma non solo.
Fini ha quindi rivolto un invito a coloro che sono nelle zone disastrate a cercare con ogni mezzo di contattare le nostre strutture diplomatiche sul posto affinché possa essere fatto un censimento degli italiani in zona - 5 mila, secondo le attuali stime della Farnesina - e organizzare il loro rientro.
Il ministro degli Esteri egli ha poi nuovamente ribadito il pressante invito a non recarsi nei paesi colpiti dalla sciagura perché prima di fare arrivare nuovi turisti, ha detto, bisogna certamente pensare a riportare a casa quelli che sono bloccati lì.
Stefano de Polis

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