Michele Mastropietro è morto per le conseguenze di un «lento sanguinamento di circa mezz’ora». Questo è emerso dall’autopsia del pregiudicato 59enne ritenuto l’assassino del carabiniere Carlo Legrottaglie, poi a sua volta deceduto dopo un conflitto a fuoco con la polizia nelle campagne di Grottaglie.
L’esame autoptico che si è svolto al Ss. Annunziata di Taranto ha evidenziato la presenza di un foro all’emitorace sinistro, senza «ritenzione» della pallottola: il calibro della pistola utilizzata da Mastropiero è uguale a quello in dotazione ai due Falchi indagati per omicidio colposo come conseguenza di eccesso di legittima difesa, e dunque non sarà possibile stabilire da quale arma provenga né da quale direzione sia stato sparato (cioè se la pallottola lo abbia colpito frontalmente oppure alle spalle). Una seconda ferita è stata rilevata sul braccio destro dell'uomo: potrebbe essere un colpo di striscio oppure la conseguenza di una caduta.
Il perito della Procura, il dottor Roberto Vaglio di Lecce, depositerà la relazione in 60 giorni al pm Francesco Ciardo che conduce le indagini in cui gli stessi due poliziotti sono anche parti offese per il reato di tentato omicidio e lesioni contestato all’altro fuggitivo, Camillo Giannattasio.