La decisione di cercare un nuovo dirigente attraverso la mobilità era già stata oggetto delle perplessità dei sindacati. Che nelle scorse settimane hanno chiesto un incontro al presidente Luigi Farace: quel bando, dicevano, rischiava di sembrare scritto su misura per un candidato già scelto. Questo perché le regole di selezione lasciano ampia discrezionalità al presidente e al segretario generale: sono loro che, al termine di un colloquio, stabiliranno chi è il «fortunato» cui spetta trasferirsi alla Camera di commercio. Dopo il licenziamento dalla Asl di Bari, avvenuto la scorsa estate, Lea Cosentino è tornata al suo vecchio lavoro di dirigente presso l’Asi (Area di sviluppo industriale) di Lecce. Poi, tre settimane fa, è arrivata l’ordinanza della procura di Bari.
L’avvio della procedura di mobilità era stato deciso il 12 gennaio, la Cosentino è finita ai domiciliari due giorni dopo. Tuttavia il bando non esclude dalla procedura chi ha riportato condanne penali o ha procedimenti in corso, per cui ci sarà da vedere quali saranno le determinazioni della Camera di commercio. Il presidente Farace è ai ferri corti con il governatore Nichi Vendola - che ne ha tentato la rimozione - ma è in ottimi rapporti con l’area della Margherita cui fa riferimento la Cosentino. La Camera di commercio di Bari ha in pianta organica sei dirigenti, le cui retribuzioni partono da circa 113mila euro l’anno. Il dirigente più alto in grado è il segretario generale Roberto Majorano, uno dei pensionati d’oro della Regione (da dove è uscito ai tempi di Fitto con una buonuscita superiore ai 200mila euro). Majorano ha uno stipendio di 251mila euro lordi l’anno, che somma alla pensione da ex dirigente regionale e all’ulteriore stipendio da direttore generale di Unioncamere Puglia che invece non è noto. Nonostante si tratti di un’associazione finanziata con soldi pubblici (quelli delle varie Camere di commercio), Unioncamere non ritiene infatti di dover diffondere i dati previsti dalla normativa sulla trasparenza. [re. cr.]