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Benzina da record: indaga la magistratura, riflettori sulle speculazioni

 
Redazione Primo Piano

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Benzina da record: indaga la magistratura, riflettori sulle speculazioni

E Giorgetti affida controlli alla Finanza: tariffe vertiginose

Lunedì 09 Gennaio 2023, 07:17

Non poteva non finire così. Sui prezzi esorbitanti dei carburanti su strade e autostrade s’accendono i riflettori della magistratura. È la Procura di Roma a indagare sui rincari e sui prezzi del carburante, nell’ambito di un fascicolo aperto per individuare eventuali speculazioni. L’obiettivo è verificare le ragioni degli aumenti e individuare eventuali responsabilità. Gli accertamenti sono stati affidati al nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma.

La stessa Guardia di Finanza, su mandato invece del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sta monitorando da fine dicembre l’andamento dei prezzi praticati dai rivenditori di carburante. Entro questa settimana sarà reso noto l’esito dei controlli disposti dal ministro nel tentativo di evitare eventuali fenomeni speculativi. La magistratura, tra l’altro, dovrebbe presto occuparsi anche dell’esposto presentato dal Codacons in ben 104 procure in cui si chiede «di indagare sui prezzi di benzina e gasolio allo scopo di accertare eventuali speculazioni o rialzi ingiustificati dei listini».

boicottaggio Ma il Codacons lancia anche un’altra offensiva. Chiama in causa l’Antitrust e chiede di aprire una istruttoria per la possibile fattispecie di intesa anticoncorrenziale. «Abbiamo deciso inoltre di lanciare un boicottaggio nazionale dei distributori più cari, - spiegano dall’associazione - invitando gli automobilisti italiani a verificare i prezzi sul proprio territorio, anche attraverso le apposite app che segnalano i gestori più convenienti, e a non fare rifornimento presso le pompe che applicano prezzi eccessivi».

Cosa cerca di dimostrare il Codacons? Se all’interno della filiera dei carburanti ci siano cartelli, accordi o altre strategie vietate dalla legge tese a far salire immotivatamente i listini di benzina e gasolio alla pompa.

anomalia Al netto dell’aumento delle accise deciso dal Governo che non ha prorogato lo sconto di 18,3 centesimi, l’incremento dei prezzi registrato negli ultimi giorni nei distributori di tutta Italia sembra non rispondere all’andamento delle quotazioni petrolifere: prendendo in esame solo le ultime settimane, si scopre che il Brent in due mesi ha subito un deprezzamento del -25,5%, passando dai 99 dollari al barile del 7 novembre 2022 agli attuali 73,7 dollari. Situazione analoga per il Wti, che passa dai 92,5 dollari al barile di novembre ai 78,6 dollari di oggi (-15%). Anche rispetto al 30 dicembre 2022, ultimo giorno di rilevazioni per l’anno passato, quando il petrolio chiuse a 80,26 dollari al barile, le quotazioni sono in calo del -8,2%. A fronte di tale crollo delle quotazioni, e al netto del rialzo delle accise, i prezzi di benzina e gasolio stanno salendo ad una velocità eccessiva, al punto che in modalità servito il diesel arriva a sfiorare i 2,5 euro al litro in autostrada.

«basta caccia alle streghe» «Governo e maggioranza, avendo poche risorse disponibili, hanno legittimamente scelto di non rinnovare gli sconti sulle accise sulla benzina, dando priorità al contrasto del caro bollette. Una decisione condivisibile che non può, però, generare una “caccia al colpevole” per i prezzi alla pompa, il cui aumento dal primo gennaio è dovuto all’incremento della componente fiscale». Lo dichiara il deputato e responsabile del Dipartimento energia di Forza Italia, Luca Squeri. «In Italia abbiamo le accise più alte del mondo sul gasolio e tra le più alte sulla benzina - continua - Di contro, il prezzo industriale dei carburanti è nettamente inferiore alla media europea. Non c’è, dunque, alcuna speculazione da parte degli impianti di distribuzione».

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