La Puglia, la scorsa estate, è stata incoronata regina del turismo italiano e tra le mete più ricercate al mondo. Non solo. il Tacco d’Italia è anche tra le regioni italiane più cliccate da chi, navigando su internet, è in cerca di relax tra terra e mare negli agriturismi.
D’altra parte, con 952 agriturismi, la Puglia è tra le prime 10 regioni italiane per numero di strutture secondo quanto certificato dai dati Ismea. Complessivamente, in Italia le aziende agrituristiche sono 25mila. In Puglia, dal 2015, le strutture agrituristiche hanno totalizzato una media di quasi 500mila presenze all’anno, per un fatturato annuale che, prima della pandemia e con la parziale ripresa di quest’anno è stimato in circa 20 milioni di euro. Ma, purtroppo, il caro bollette e il caro energia rischiano ora di compromettere il futuro dell’intero comparto e molti agriturismi, purtroppo, saranno costretti a chiudere.
Il settore, in realtà, nonostante una crisi di liquidità senza precedenti a causa della pandemia, ha mantenuto inalterato il suo tessuto imprenditoriale: a livello nazionale, infatti, è stata registrata una significativa riduzione del valore della produzione passando da da 1,56 miliardi di euro del 2019 a 802 milioni di euro del 2020.
Le aziende agrituristiche, in Puglia come altrove, hanno invece dimostrato capacità di adattamento restando sul mercato grazie alla prevalenza dell'attività agricola, con la trasformazione e la vendita diretta dei prodotti; hanno individuato spesso soluzioni innovative e sperimentato nuove proposte di ospitalità e servizi.
«L'azienda agrituristica - ha spiegato Giulio Sparascio del direttivo di Spesa in campagna”, l’associazione attraverso cui la Cia sostiene e organizza relazioni dirette tra agricoltori e consumatori - preserva suolo e paesaggio dall'avanzata di cemento, da incuria e degrado che hanno già "bruciato" due milioni di ettari di terreno agricolo negli ultimi vent'anni. Inoltre, contrasta il dissesto idrogeologico che nel nostro Paese riguarda 6.633 comuni e il 9,8% della superficie nazionale e, soprattutto, conserva la biodiversità».
«L'Italia - continua - ha più di 5.000 prodotti agroalimentari tradizionali tra le pieghe del Paese, uno su quattro a rischio estinzione. È il nostro turismo dei valori, nel quale cerchiamo di mettere in armonia la conservazione dell'ambiente, delle tradizioni e della cultura contadina con la crescita economica e l'identità locale, fattori che costituiscono il principio attivo dello sviluppo agrituristico nel tempo».
«L’agriturismo - ha aggiunto Gennaro Sicolo, presidente regionale di Cia Agricoltori Italiani della Puglia - è un’eccellenza italiana, una formula di viaggio green che sta contribuendo a sostenere il turismo nelle aree montane e collinari, dove si trova l’84% delle strutture, e una componente essenziale della multifunzionalità agricola. È merito delle aziende agrituristiche aver recuperato e valorizzato luoghi e edifici della tradizione, paesaggi e varietà antiche, tutelando la biodiversità e creando capitale sociale».
Certo, come detto, il caro bollette e il caro energia stanno ora mettendo a rischio il futuro dei molti agriturismi pugliesi. Coldiretti ha lanciato a tal riguardo un allarme chiedendo garanzie a costo zero per le strutture agrituristiche a fronte di finanziamenti già attivi o per la rinegoziazione degli stessi. L’aumento esponenziale dei costi sta compromettendo la sostenibilità economica dell’offerta turistica nelle campagne dove – sottolinea la Coldiretti Puglia – l’alloggio (con 870 aziende, 91% del totale) e la ristorazione (688 aziende, il 72% del totale) sono i due pilastri dell’agriturismo.