GIOIA DEL COLLE - Quando squilla il telefono prima dell’alba non è mai nulla di positivo, dicono alla «Gazzetta». Ancora di più se a chiamare è la sala operativa. Perché significa che da qualche parte c’è qualcuno in pericolo. E allora ci si butta giù dal letto senza esitazioni e, in un attimo, si è pronti a partire.
ALLARME Gli angeli del cielo non sanno cosa sia il riposo. Sono abituati a volare 24 ore su 24, senza sosta quando ce n’è bisogno. Gli uomini dell’84° centro «Combat Search & Rescue» (C/sar), di stanza al 36° stormo Caccia di Gioia del Colle, ne hanno dato l’ennesima prova quando, due giorni fa, nel cuore della notte, è stato richiesto loro di intervenire per soccorrere due escursionisti in zona Castelsaraceno, provincia di Potenza. Un intervento simile, con successo, era stato già effettuato dal gruppo un anno fa. Stesso luogo, operazione ugualmente complicata, condizioni meteo difficili. Oggi, come allora, l’equipaggio del gruppo ha agito con lucidità, competenza, freddezza, aspettando il momento giusto.
LA DISAVVENTURA I due escursionisti erano bloccati su un versante del monte dalle 20 del giorno precedente. Erano in corda, impossibilitati a muoversi e uno dei due presentava leggera ipotermia e disidratazione, come racconta il luogotenente Donato Barletta, il primo a calarsi per effettuare il recupero. L’elicottero HH-139°, partito dalla base militare gioiese, ha atteso in valle che le condizioni meteo permettessero il recupero, valutando al meglio la modalità di intervento.
Dopo circa un due ore gli escursionisti sono stati messi in salvo, tramite l’uso del verricello. I due sono stati poi trasferiti in ambulanza che era sul posto insieme a carabinieri, vigili del fuoco, personale del Cnas (corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico) che ha agito in stretta collaborazione con l’equipaggio. L’operazione è stata coordinata dal Coa (Comando operazioni aerospaziali).
LA TESTIMONIANZA «Il forte vento e la bassa visibilità non permettevano di operare in sicurezza – racconta il capitano Alessio Casile che a bordo era il secondo pilota –. Abbiamo dovuto attendere più di un ora che si aprisse una finestra per poter operare. L’attesa in quei momenti è straziante perché sai che due ragazzi, dopo aver passato una notte al freddo, bloccati sulle pareti a strapiombo, dipendono dall’operato della tua squadra per poter rientrare a casa sani e salvi. Il privilegio di salvare vite umane: questa è la missione che abbiamo l’onore di svolgere ogni giorno, con impegno e dedizione. Sono proprio i momenti come questi che ripagano di tutta la fatica e i sacrifici che questo lavoro comporta».
«C’erano forti raffiche di vento e non potevamo fare nulla – dice il capitano Francesco Fumaio, capo equipaggio – in quel momento mi sentivo quasi impotente: essere lì a quasi 600 metri da loro, ma non poter fare nulla, una sensazione che mi stava lasciando il vuoto dentro. Non potevamo attendere in eterno, quei ragazzi dovevano riabbracciare le loro famiglie e quando abbiamo notato un piccolo miglioramento abbiamo deciso di intervenire».
«Le operazioni in quota con il vento non sono semplici come la visibilità non limpida e il doversi avvicinare quanto più al costone – aggiunge l’operatore di bordo il primo luogotenente Felice Squicciarini –. Fortunatamente grazie all’addestramento svolto durante i normali giorni lavorativi siamo riusciti nell’intento. I due erano infreddoliti, stanchi, le mani in ipotermia, non riuscivano a parlare ma sulle loro labbra abbiamo letto tanti grazie che sono per noi la gioia più grande».
COMANDO L’84° Centro C/Sar è a Gioia del Colle dal 2012 (prima era a Brindisi). Da due settimane ha una nuova guida: il maggiore Francesco Pastore ha sostituito il tenente colonnello Flavio Perona (che era comandante quando c’è stata l’operazione a Castelsaraceno lo scorso anno). Cambiano gli angeli, non mutano professionalità, senso del dovere, prontezza di intervento. Quando si è abituati a volare, non si cade mai.