Il regista Giuseppe Sciarra, oririginario di Rodi Garganico, denuncia di aver subito «atti di bullismo», tra gli otto e i quattordici anni, durante la sua infanzia trascorsa in uno dei centri tra i più frequentati dai turisti durante l'estate sul Gargano. Il documentario dal titolo «Ikos» punta il dito contro «minorenni crudeli, violenti e sadici che non hanno pietà nè cuore per un loro coetaneo colpevole di essere (forse) omosessuale e troppo perbene rispetto a loro», si legge in un comunicato allegato al link del documentario. Una condanna postuma quella di Sciarra: «Dov'erano gli adulti a Rodi Garganico? Come è possibile che ci fosse tale degrado in paese? Come si fa a additare di essere gay un bambino di soli otto anni? Ikos solleva dilemmi scomodi che riguardano non solo la comunità di Rodi ma tutti noi».
D'accordo, ma quale immagine di Rodi Garganico viene fuori dopo un attacco così frontale? Il sindaco del centro garganico non sembra tuttavia granchè preoccupato dalle conseguenze di simili affermazioni: «Conosco Sciarra sin da quando era bambino, giocava con mio figlio, fecero anche la comunione insieme. Ricordo un ragazzino sveglio e sensibile come tanti, non un bambino triste per le angherie che avrebbe dovuto sopportare durante i suoi anni di gioventù. Credo - dice il sindaco Carmine D'Anelli alla Gazzetta - che Sciarra con quel documentario abbia voluto farsi solo un po' di pubblicità alle spalle del paese in cui è cresciuto». Sciarra in "Ikos" ricostruisce uno «scioccante e doloroso» racconto della sua infanzia. «Un mondo parallelo a quello di facciata della località balneare, meta di vacanze e di divertimento di molti italiani, uno scenario che cela inquietanti arcani che ricordano il telefilm Twin Peaks», l'accostamento alla celebre serie americana anni '90 che si apre in realtà con un omicidio misterioso.
Il sindaco D'Anelli riflette su quel ragazzo: «Sulle prime non avevo capito chi fosse, ho dovuto farmi largo nei ricordi per trovare appigli con la storia che racconta. Purtroppo gli atti di bullismo accadono dappertutto, voler criminalizzare Rodi per questo mi sembra un'esagerazione. La famiglia Sciarra lasciò il nostro paese per ragioni certamente estranee alle presunte violenze raccontate dall'allora ragazzo, il padre era docente di Applicazioni tecniche alla scuola media. Una famiglia tranquilla e perbene, questo attacco alla nostra comunità proprio non me lo spiego».
La replica di Sciarra
«Non odio Rodi Garganico, l’odio è una perdita di tempo, e nel riconoscere che a volte certe affermazioni andrebbero mutuate meglio liberandole, per quanto sia difficile, da un eccessivo portato emotivo, mi sento però di dire con grande rispetto ed altrettanta chiarezza che nessuno può dire che ciò che ho vissuto è “un’esagerazione”, nemmeno il Sig. Sindaco di Rodi Garganico del quale rispetto le opinioni essendo, appunto, opinioni. Ed è altrettanto vero che il Sig. Sindaco di Rodi Garganico non può permettersi di commentare le ragione presunte, da lui, che portarono la mia famiglia ad allontanarsi dal paese, non avendole la mia famiglia mai rese pubbliche. Se posso lasciare che mi si attacchi personalmente per proteggere la propria comunità, e laddove si dia l’impressione che questa sia attaccata ben venga la difesa d’ufficio, non voglio che si mettano in bocca alla mia famiglia “ragioni presunte” che avrebbero motivato le loro scelte. Questo sulla base del rispetto che il Sig. Sindaco evoca, salvo poi incorrere nello stesso errore in cui scivolano comunicati stampa scritti troppo in fretta e a volte corretti altrettanto in fretta, non necessariamente da chi li invia.
La mia storia di bullismo è una storia vera, verissima, le piaccia o no, Sig. Sindaco. Ed è una storia che ho deciso di raccontare per fare in modo che non accada più. E proprio sulla base dell’interesse e dell’amore che Lei dimostra per la Sua piccola comunità, preoccupandosi di difenderla con un attacco personale che svilisce le Sue buone intenzioni, la invito: da domani lavoriamo insieme affinché nulla di simile possa mai accadere di nuovo, a nessuno dei suoi amati concittadini, e stipuliamo un patto tra gentiluomini, lontani dalla stampa e dai riflettori e sulla base del nessuno accusa e nessuno nega.
Così, insieme, da sponde differenti, attraverso il rispetto e l’amore per la giustizia che sono le uniche armi che mi muovono e che non sono stato in grado di trasmettere come volevo, proviamo a costruire un diverso “senso dell’altro” basato sul rispetto e sulla creazione di valore per tutte e per tutti.
Sono certo di trovarLa dalla mia parte, Sig. Sindaco, e che non mancherà la Sua disponibilità al di là delle polemiche e delle differenze, oltre lo scivolare sulle accuse e oltre le difese d’ufficio.
Con stima e profondo rispetto, a disposizione. Giuseppe Sciarra»