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Paziente suicida al Policlinico di Bari, indagati medici e direttore generale

 
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Paziente suicida al Policlinico di Bari, indagati medici e direttore generale

Il policlinico di Bari

Avrebbero omesso di applicare il protocollo del ministero sulla prevenzione: reati di omicidio colposo per omissione e falso ideologico

Martedì 29 Marzo 2022, 18:47

20:12

BARI - Indagini al Policlinico di Bari per un paziente suicida. Avrebbero omesso di applicare le raccomandazioni del ministero della Salute per la «prevenzione del rischio del suicidio del paziente in ospedale», non impedendo così la morte di un 56enne che si lanciò da una finestra della clinica neurologica del Policlinico di Bari nel 2019. Per i reati, a vario titolo, di omicidio colposo per omissione e falso ideologico, la Procura di Bari ha chiuso le indagini nei confronti di sette persone, tra medici e dirigenti del Policlinico, tra le quali il direttore generale Giovanni Migliore. Secondo l'accusa le misure di sicurezza non sarebbero state adottate nonostante due suicidi alcuni avvenuti anni prima.

La vicenda fa riferimento alla morte di un paziente avvenuta il 19 maggio 2019. L’uomo, 56enne, ricoverato da alcuni giorni «per sincope» dopo «periodo di stress legato a problematiche lavorative» e «con tono dell’umore deflesso», si lanciò dalla finestra della sala di attesa del padiglione della clinica neurologica, «priva di dispositivi antidefenestramento, cadendo al suolo dall’altezza di circa 13 metri con conseguente decesso». Nell’imputazione per omicidio colposo, la Procura evidenzia che «l'evento suicidiario in questione faceva seguito a due precedenti analoghi episodi suicidiari verificatisi nel Policlinico mediante defenestramento dal padiglione Murri di medicina interna», avvenuti nel gennaio e nell’ottobre 2015.

Nell’indagine del carabinieri del Nas, coordinata dagli aggiunti Alessio Coccioli e Giuseppe Maralfa con la sostituta Grazia Errede, sono sei gli indagati per il reato di omicidio colposo per omissione. Oltre al dg Migliore, accusato di aver omesso, «nonostante i due precedenti episodi di suicidio», di "interessare la Direzione dell’Area Tecnica aziendale per le correzioni strutturali conseguenti alla raccomandazione ministeriale del 2008» sulla prevenzione del rischio del suicidio del paziente in ospedale, ne risponde anche l’ex direttore sanitario Matilde Carlucci, la quale avrebbe omesso "di verificare la puntuale e corretta applicazione» della raccomandazione e «di farsi carico di istruire tutto il personale dipendente nell’impiego delle procedure attuative della raccomandazione».

Accusati dello stesso reato quattro medici: la primaria della neurologia, Maria Trojano; i neurologi Bruno Brancasi e Irene Tempesta, che avrebbero omesso «l'inquadramento del paziente circa il rischio suicidiario» richiedendo «accertamenti meri neuropsicologici e non la necessaria consulenza psichiatrica"; la psicologa Maria Fara De Caro, che avrebbe trasmesso solo dopo il decesso del paziente la relazione di consulenza neuropsicologica nella quale riferiva di «un calo del tono dell’umore di grado moderato».
Al professor Alessandro Dell’Erba, responsabile della Gestione rischio clinico e sicurezza del paziente del Policlinico, la Procura contesta infine il reato di falso ideologico in atto pubblico per aver inoltrato all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari i report relativi agli anni 2016, 2018, 2019 e 2020 sul monitoraggio dell’applicazione della raccomandazione ministeriale, «attestando falsamente - secondo i pm - che era implementata e applicata a regime in tutti le 73 unità operative aziendali».

LA DIFESA - «Abbiamo chiesto di acquisire copia del fascicolo e attendiamo di conoscere nel merito le accuse formulate per poter rispondere puntualmente alle contestazioni e dimostrare il corretto operato da parte del direttore generale del Policlinico di Bari, Giovanni Migliore». Lo dichiara l'avvocato Carmelo Piccolo, difensore del direttore generale del Policlinico di Bari al quale oggi la Procura di Bari ha notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari con l’accusa di omicidio colposo per omissione con riferimento al suicidio di un paziente avvenuto nel maggio 2019. 

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