Sabato 06 Settembre 2025 | 17:50

Bari, incontrava il suo "fedele" appaltatore nei bar: Salgono a cinque le accuse di corruzione per Lerario

 
Massimiliano Scagliarini

Reporter:

Massimiliano Scagliarini

Bari, incontrava il suo "fedele" appaltatore nei bar: Salgono a cinque le accuse di corruzione per Lerario

L'immagine presa dall'impianto di videosorveglianza dei bar

I finanzieri che indagano sulle presunte irregolarità negli appalti dell’emergenza, hanno recuperato le immagini di videosorveglianza dei punti ristoro delle stazioni di servizio

Mercoledì 09 Marzo 2022, 11:51

12:10

BARI - Nei mesi precedenti all’arresto l’ex dirigente della Protezione civile, Mario Lerario, era solito incontrare uno dei suoi più fedeli appaltatori nei bar delle stazioni di servizio. I finanzieri che indagano sulle presunte irregolarità negli appalti dell’emergenza hanno recuperato le immagini di videosorveglianza degli impianti di carburante, ricostruendo almeno uno scambio di documenti.

La circostanza non viene ritenuta neutra. Perché Francesco Girardi, 35 anni, di Acquaviva, è uno dei soci della G.Scavi, una società di Acquaviva che si occupa di movimento terra e lavori stradali e che - tra aprile 2020 a ottobre 2021 - ha ottenuto da Lerario otto appalti, di cui «3 con procedura negoziata ad inviti e 5 con affidamento diretto». Mai una gara d’appalto, e - cosa non meno singolare - «il frequente ricorso alle “lavorazioni aggiuntive” mediante i cosiddetti ordini di servizio, formalizzate con appositi atti dirigenziali che hanno avuto l’effetto di far lievitare in misura considerevole l’importo iniziale dell’appalto e non sono stati supportati da precise e chiare motivazioni».

I vari decreti che la Procura di Bari ha notificato nelle ultime settimane consentono di poter dire che Lerario e Girardi sono indagati per concorso in corruzione e turbativa d’asta, esattamente la stessa accusa che il procuratore Roberto Rossi e l’aggiunto Alessio Coccioli muovono all’imprenditore barese Sigismondo Zema e al costruttore Domenico Tancredi di Altamura, anche loro (come Girardi) sottoposti a perquisizione. La fattispecie contestata (corruzione «per l’esercizio della funzione») fa comprendere quale sia l’ipotesi di accusa, tuttora da riscontrare: ovvero che gli imprenditori abbiano dato a Lerario denaro o altre utilità in assenza di un atto contrario ai doveri d’ufficio.
Lerario, 48 anni, è in carcere dal 23 dicembre in quanto sorpreso in flagranza di reato con una mazzetta da 10mila euro appena consegnata dall’imprenditore foggiano Luca Giovanni Ciro Leccese (finito ai domiciliari). Altri 20mila euro gli sarebbero stati consegnati, nascosti in un taglio di carne pregiata, dall’imprenditore Donato Mottola (pure lui ai domiciliari). Le accuse di corruzione, dunque, salgono almeno a cinque.

Tancredi, è dipendente (e fratello del titolare) della Tancredi Restauri di Altamura, componente per il 18% del raggruppamento (guidato dalla Cobar) che ha ristrutturato il teatro Kursaal di Bari: i finanzieri hanno scoperto che la ditta Tancredi sta ristrutturando nel centro storico di Acquaviva un immobile con quattro appartamenti comprati da Lerario. L’azienda di Girardi (4 milioni di fatturato nel 2020) ha realizzato i giardini dell’ospedale covid della Fiera del Levante (190mila euro) e il parcheggio esterno (148mila euro) ritenuto abusivo, l’eliporto mai utilizzato della Protezione civile (307mila euro), le aree verdi della nuova sede del Consiglio regionale (646mila euro, in quota parte), la riqualificazione dell’ex Enaoli di Castellaneta Marina (1,48 milioni), più altri «lavoretti» minori anche con una seconda azienda riconducibile a Girardi. «La sequela di affidamenti - scrive la Finanza - rafforza l’evidenza dell’omessa rotazione degli operatori economici». In altri termini: gli appalti per l’emergenza andavano sempre alle stesse persone.

In questo contesto, i finanzieri valorizzano gli incontri «extralavorativi» tra Girardi e Lerario e i frequenti contatti telefonici. L’imprenditore è stato pedinato anche mentre andava a cena a Monopoli (con le rispettive mogli) con Antonio Mercurio, funzionario regionale indagato per turbativa e falso, braccio destro di Lerario e fino al suo arresto responsabile del procedimento nell’appalto dell’ospedale della Fiera. Ora sono al vaglio dei militari le eventuali cointeressenze societarie tra l’imprenditore di Acquaviva, Lerario e i suoi familiari, così come i rapporti extralavorativi con gli altri imprenditori che ottenevano gli appalti della Protezione civile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)