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Puglia, disabili in piazza: pochi soldi troppa burocrazia

 
G. Flavio Campanella

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G. Flavio Campanella

Puglia, disabili  in piazza: pochi soldi troppa burocrazia

Assistenza sanitaria e assegni di cura: martedì protesta davanti alla Regione

Domenica 11 Luglio 2021, 10:57

Bari - Le associazioni dei disabili sono pronte a scendere nuovamente in piazza per rivendicare diritti a loro dire negati. Lo faranno con qualche giorno di ritardo rispetto a quanto annunciato: saranno sul lungomare Nazario Sauro martedì, davanti alla sede della presidenza della Regione Puglia, con l’intenzione di rimanervi fino a sabato se non otterranno riscontri concreti da parte delle autorità sanitarie sui temi a loro più cari. Al centro della protesta ci sono l’annosa problematica relativa all’assistenza protesica, l’esiguità degli assegni di cura (cui si aggiunge l’eccesso di burocrazia per ottenerli), l’assistenza domiciliare, soprattutto infermieristica, troppo limitata rispetto alle esigenze delle categorie più fragili, e gli ostacoli che le persone con handicap incontrano sulla strada della vita indipendente (per agevolare la quale, però, la Giunta regionale ha approvato, come nel dettaglio dell’altro articolo, una delibera per i beneficiari che versano in difficoltà economiche). La posticipazione della manifestazione (inizialmente fissata a partire da venerdì scorso) è dovuta alla necessità di consentire la partecipazione a un numero maggiore di persone (si attende una delegazione anche dalla Toscana). Stop alle barriere, Conslancio, Sfida, Insieme per un traguardo, Amaram, Contro le barriere, Disabili attivi, Anffas Puglia, Fondazione Mg e Assieme onlus sono alcune delle sigle rappresentative della categoria intenzionate a sfidare pure il caldo afoso previsto la prossima settimana.

RISPOSTE Quanti avevano aderito alla mobilitazione del 15 giugno scorso, poi sospesa dopo un incontro, peraltro infuocato, con Antonio Sanguedolce, direttore generale della Asl, Rosa Barone, assessore regionale pentastellata al Welfare, Valentina Romano, direttore del dipartimento Welfare e il presidente Michele Emiliano, ritengono di non aver avuto nelle ultime settimane le risposte attese. Era stato lo stesso ente a comunicare l’esito del confronto in una nota con cui sottolineava la volontà, peraltro ribadita in un verbale, di uniformare la Asl Bari alle modalità di acquisizione degli ausili protesici attualmente previste nelle altre aziende locali, nelle quali vige un tariffario cui le Sanitarie e i centri protesici fanno riferimento. Fatti salvi i limiti di spesa dei vari dispositivi, è infatti consentita la libera scelta dell’azienda da parte dei pazienti che continuano ad avvalersi anche della consulenza di tecnici ortopedici e audioprotesisti. Le rimostranze dei disabili si riferiscono proprio al crollo della qualità del servizio da quando la Asl Bari ha iniziato a procedere con mini gare a evidenza pubblica al massimo ribasso. Gli utenti ancora ricevono ausili (quelli inseriti negli elenchi 2A e 2B, tra anche busti di serie) non idonei alle loro esigenze (perché nessuno ne verifica preventivamente l’idoneità), per giunta in mancanza anche di uno specialista che li assista per adattare il prodotto secondo le necessità (è capitato che carrozzine, peraltro inutilizzabili, fossero consegnate da un corriere senza che nessuno le montasse e le regolasse).

DELIBERA A dire il vero, la Asl ha dato seguito alle rassicurazioni: con deliberazione del 25 giugno scorso, ha fornito alle direzioni dei distretti nuove indicazioni in merito all’acquisizione dei dispositivi, stabilendo un listino di riferimento decurtato, però, del 20% rispetto ai prezzi proposti dalle associazioni di categoria. Per questo non è ritenuto soddisfacente dalle imprese, visti anche i servizi che si tornerà eventualmente a garantire ai pazienti: la consulenza per le autorizzazioni delle pratiche, l’assistenza dei tecnici e la consegna e l'adeguamento del prodotto in base alle esigenze di ciascun malato («queste prestazioni - afferma Nino Sette, titolare di Orthosanity - hanno un costo e il tetto stabilito dalla Asl è troppo basso per assicurare quanto necessario. In ogni caso, ci sarà un nuovo incontro in Regione nel quale speriamo di risolvere definitivamente la questione»). Il confronto proseguirà domani (era previsto l’altro ieri, è stato rinviato), proprio il giorno precedente l’appuntamento in piazza dei disabili, i quali restano insoddisfatti, non si fidano e per questo, dopo aver atteso mesi e mesi, pretendono i fatti, cioè le delibere (facendo peraltro arrabbiare il governatore per i modi spicci). «Sul tema dell’assistenza domiciliare - aveva inoltre garantito la Regione - la Asl di Bari si è impegnata nell'ampliamento delle unità infermieristiche dedicate all’assistenza di 2° e 3° livello, con priorità ai casi più gravi, a supporto all’integrazione delle attività svolte dalla cooperativa Auxilium, e nella revisione dei Pai (i piani assistenziali individualizzati) per garantire omogeneità e appropriatezza sul territorio provinciale. Si è stabilito anche che non sussista obbligo di permanenza nel domicilio dell’assistito del caregiver in presenza degli operatori in assistenza domiciliare integrata. Con riferimento ai progetti di vita indipendente (vedi appunto l’altro articolo - n.d.r.), il Dipartimento si è impegnato a individuare soluzioni per facilitare l’accesso all’avviso pubblico, attraverso soluzioni che consentano di garantire un pagamento dilazionato da parte degli Ambiti territoriali, con presentazione di rendicontazione. In sede di rivisitazione della misura verrà valutata maggiore libertà di scelta rispetto alle attuali percentuali di riparto del contributo, una semplificazione della procedura di presentazione della domanda e, sulle ipotesi di prosecuzione del progetto, la previsione di meccanismi che consentano la valutazione sulla prosecuzione in fase antecedente la scadenza. Verrà con nuovo avviso valutata la fattibilità della validità triennale dello stesso».

ASSEGNI Si attendono anche novità sugli assegni di cura, ammesso che si riescano a reperire altre risorse. L’impegno è discutere la durata triennale dell’avviso, rivedere la presentazione delle domande a sportello ed evitare le continue valutazioni mediche, cui oggi si sottopone la platea dei gravissimi già accertati, per ottenere il contributo.

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