L'ultima semestrale fotografa una Banca Popolare di Puglia e Basilicata solida nei fondamentali pur se il semestre in questione, il primo del 2020, è quel del lockdown e del panico da Covid-19: in utile nonostante tutto, di 154mila euro al netto delle imposte; con una crescita del margine di intermediazione della gestione finanziaria pari al 4%; con un aumento del 2,6 % della raccolta diretta rispetto al semestre precedente e un incremento del 7,7% degli impieghi, riducendo al contempo il peso dei crediti deteriorati netti.
Presidente Leonardo Patroni Griffi, avete retto bene l'impatto con la pandemia. Ora con il Recovery fund si gettano le basi per la ripresa. È un'opportunità per il Sud e per la Puglia, cosa si deve fare per cogliere appieno l’occasione?
«Si tratta indubbiamente di un’opportunità unica per il Mezzogiorno e l’auspicio è che venga colta dai territori come dalle istituzioni centrali. Il Sud è un enorme patrimonio: cultura, ricchezza ambientale, città d’arte, territori fantastici. Per questo il governo dovrà indicare linee progettuali forti, coerenti con l’attenzione alle tematiche ambientali, digitali, sociali e della resilienza, richieste dalla Commissione europea. Certamente devono avere spazio la riforma della Pubblica amministrazione e della giustizia civile, la lotta alle disuguaglianze, il miglioramento del sistema scolastico e sanitario. Ma è importante che anche in Italia si individuino scelte strategiche forti capaci di accompagnare il paese e il Sud nella transizione ecologica dell’economia. Come è importante il coinvolgimento di realtà locali facendole tornare protagoniste. Cambieranno molte cose dopo il Covid in tutto il mondo, e auspicabilmente nel nostro Sud».
Intanto le aziende pugliesi provano a sopravvivere: quali sono i settori in maggiore sofferenza e cosa devono fare gli imprenditori per agganciare la ripresa post Covid?
«Purtroppo non è possibile neppure fare una classifica, la pandemia non ha fatto preferenze: il fatturato delle imprese industriali si è ridotto in misura marcata. Di conseguenza, anche gli investimenti sono diminuiti, riflettendo la forte preoccupazione degli operatori sull’evoluzione della domanda. L’edilizia residenziale ha fatto registrare una consistente riduzione delle compravendite incidendo in modo drammatico sul settore delle costruzioni. La crisi sanitaria si è subito tramutata in contagio economico. Il commercio al dettaglio, il turismo e i trasporti sono stati il termometro di questo malessere, i primi settori a risentire pesantemente degli effetti economici della pandemia».
Draghi è l’uomo giusto per risolvere la crisi? Viviamo una situazione di crisi politica o di semplici lotte personali?
«Mario Draghi non è solo un tecnico: durante il suo mandato come Presidente della BCE ha dimostrato di avere anche una grande sensibilità politica. È un uomo estremamente preparato e determinato, capace non solo di avere una visione lungimirante ma anche di realizzarla e implementarla. L’articolo a sua firma, apparso qualche tempo fa sul Financial Times, è da condividere parola per parola.
Aumentano i depositi e diminuiscono gli investimenti: come fare per trasformare la liquidità in volano per la ripresa?
«Durante l’anno appena trascorso abbiamo vissuto un periodo di fortissima preoccupazione, dettato dall’emergenza sanitaria che inevitabilmente si è trasformato in emergenza economica. La gente è diventata maggiormente prudente per via di questa incertezza. Per questo i depositi sono aumentati. La gente ora ha necessità di sicurezza: è fondamentale parlare di economia al fine di investire e diversificare il proprio patrimonio. Oggi più che mai è necessario valorizzare il ricorso alla figura del consulente finanziario, di cui oggi non si percepisce completamente il vero valore, ma che si prospetta diventare una figura sempre più di riferimento per il risparmiatore. Il governo dovrebbe agevolare la conversione dell’eccesso di risparmio in investimenti nell’economia reale. La leva fiscale e forme di garanzia pubbliche anche parziali, potrebbero essere strumenti efficaci.
Che strategia sta seguendo la sua Banca per sostenere famiglie e imprese e con quali risultati di bilancio?
«La banca è stata molto reattiva. Sotto il profilo del conto economico ha retto egregiamente e ha continuato a fare il suo lavoro, andando in soccorso delle proprie comunità. Siamo partiti in anticipo. Abbiamo evaso richieste di moratoria per quasi 5.700 pratiche per une rogazione di quasi 500 milioni. Mentre, per le erogazioni ex articolo 13, abbiamo avuto 6.500 richieste evase e 230 milioni di euro di erogato. Uno degli indicatori positivi è che alla fine delle moratorie concesse o addirittura molto prima, molti clienti hanno cominciato a ripagare. I dati di bilancio non possono ancora essere diffusi, ma posso dire che saranno positivi sotto il profilo della crescita delle masse intermediate e che saremo molto prudenti nelle valutazioni degli scenari, privilegiando il rafforzamento patrimoniale.
Che cosa vi aspettate dalle acquisizioni di filiali e sportelli da Intesa Sanpaolo?
«Con l’acquisizione di 26 sportelli, la BPPB suggella la crescita e la dinamicità di un istituto di credito diventato ottimo volano nel territorio. Tale operazione risulta in linea con gli obiettivi orientati alla crescita dimensionale, all’incremento della redditività e al miglioramento dell’asset quality, mantenendo al contempo una solida posizione patrimoniale. Notevoli sono i potenziali benefici: rafforzamento della rete distributiva della BPPB con il raggiungimento di una quota di mercato superiore o prossima al 5% nelle province di Chieti, Matera, Isernia e Vibo Valentia; incremento delle dimensioni patrimoniali ed operative con un aumento del totale attivo nell’ordine del 20%; incremento della base clienti di 70.000 unità; miglioramento dell’asset quality per effetto dell’acquisizione di un portafoglio impieghi esclusivamente in bonis e della possibilità di utilizzare parte del goodwill negativo per accelerare il de-risking di portafoglio; aumento dell’efficienza operativa grazie all’integrazione di una rete di sportelli senza strutture centrali; conferma della solidità patrimoniale di BPPB con un CET 1 ratio phased-in pro-forma stimato superiore al 14% nel 2021. In buona sostanza, questa operazione è segno di vitalità; per come è stata strutturata, consente un rafforzamento patrimoniale della Banca, ed è un aspetto non secondario in questo periodo. Il nostro obiettivo ora è integrare questi sportelli nel tessuto dell’istituto e del territorio. Da questo punto di vista è un notevole sforzo ma siamo pronti».