Covid 19 a Grumo, contagi in crescita: +40%, 1 su 3 è under 14
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Redazione
15 Gennaio 2021
Risale la curva dei contagi in Puglia, con un tasso di positività pari al 16,58% contro il 10,58% del giorno precedente. Ma è analizzando i dati settimanali dell’andamento epidemiologico che si ha un quadro più preciso. Ieri Su 9.191 test sono stati registrati 1.524 casi positivi, mentre i decessi sono stati 24. Dei nuovi positivi 450 sono in provincia di Taranto, 445 in provincia di Bari, 280 in provincia di Foggia, 138 in provincia di Lecce,128 nella Bat, 87 in provincia di Brindisi, 3 casi di residenti fuori regione e 1 caso di residenza non nota. Otto vittime vivevano nella provincia di Foggia e altrettante nella provincia di Taranto, 7 in provincia di Bari, e una nella Bat.
È però l’ultimo rapporto settimanale della Fondazione Gimbe a chiarire meglio l’andamento della pandemia: nella settimana dal 6 al 12 gennaio in Puglia il rapporto tra tamponi effettuati e numero cittadini positivi si è attestato al 32,8%, un dato inferiore rispetto a quello della settimana precedente quando era al 34,1%, ma comunque superiore alla media italiana (29,5%). Secondo lo studio, in Puglia, inoltre, sono in crescita i casi attualmente positivi ogni 100mia abitanti: risultano pari a 1.371, mentre la media nazionale è di 944. L’incremento percentuale dei casi rispetto a sette giorni prima è stato dell’8,5%. Infine, dal rapporto emerge che il 41% dei posti letto di «area medica» è occupato da pazienti Covid, oltre la soglia di allerta del 40% e sopra la media nazionale che è del 37%. Anche nelle terapie intensive, il 37% dei posti letto è occupato da ammalati Covid, mentre la soglia di allerta è del 30%.
La notizia che in Puglia, in percentuale, ora vi sarebbero più positivi rispetto alla Lombardia fa saltare sulla sedia l’opposizione. «È sempre più evidente che i 26 punti della nostra mozione presentata in Consiglio regionale erano un grido di aiuto che volevamo far arrivare anche al Governo nazionale - tuona Ignazio Zullo, capogruppo FdI - perché inviasse in Puglia un commissario straordinario ad hoc a organizzare e gestire questa seconda ondata Covid, in attesa della probabile terza. Chi gestisce la sanità in Puglia è totalmente inadeguato e non in grado di dare risposte efficienti». A puntare l’indice sulla tenuta del servizio sanitario regionale è anche l’intersindacale medici Cgil, Simet, Smi e Snami, chiedendo un’audizione in Consiglio regionale. «La pandemia - scrivono i medici che si sono ribellati all’obbligo dei tamponi sui pazienti sospetti negli studi di base - ha messo in evidenza le difficoltà in cui si dibatte il nostro Ssr. Difficoltà che coinvolgono principalmente, come da tutti riconosciuto, l’organizzazione della medicina territoriale. Il sottofinanziamento, la chiusura di molti ospedali senza un contestuale potenziamento del territorio, la riduzione dei posti letto negli ospedali rimasti, il mancato turn-over del personale andato in quiescenza per citarne solo alcuni».
Nel frattempo sono iniziati i tracciamenti, come previsto dall’ordinanza regionale, negli studi dei medici di famiglia. Sono state oltre 300 le richieste nel primo giorno di attivazione del sistema «Giava-Covid» in Puglia per la prenotazione. L’afflusso di richieste sul «contact tracing» dei casi sospetti o confermati utile a e prenotare online il tampone molecolare che, successivamente, verrà effettuato dalle Asl, ha già messo in difficoltà le Aziende sanitarie, come emerge dalla circolare inviata dal dirigente del Dipartimento Salute, Onofrio Mongelli, ai direttori Asl. «Si è rilevato - scrive - che dopo l’avvio del nuovo modello organizzativo disposto dall’ordinanza del presidente della Giunta regionale e previsto dal protocollo del 20.11.2020, ampiamente noto alle direzioni aziendali, si sono registrate difficoltà organizzative che devono essere immediatamente risolte dalle direzioni sanitarie Asl congiuntamente alle direzioni delle strutture coinvolte (Distretti Socio Sanitari, Sisp, etc..) al fine di garantire la continuità del servizio agli assistiti».
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