Anche Puglia e Basilicata nelle aree potenzialmente idonee per la costruzione del nuovo deposito nucleare che si svilupperà su scala nazionale. Via il segreto, la mappa nazionale è stata pubblicata da Sogin. In dettaglio, per Puglia e Basilicata, la zona a cavallo tra le Murge (Gravina e Altamura) e la provincia di Matera è molto coinvolta: un territorio in provincia di Bari, due vaste aree tra Bari e Matera, una nella provincia di Matera e altre due zone ampie fra Matera e Taranto (Laterza). In Basilicata i siti prescelti sono a Genzano di Lucania (Pz), Matera, Irsina (Pz), Acerenza (Pz), Oppido Lucano (Pz), Bernalda (Mt), Montescaglioso (Mt), Montalbano Jonico (Mt).
Sono sette le regioni in cui sono state individuate le aree potenzialmente idonee alla costruzione del deposito nucleare nazionale. Sono Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia. Nella Tavola generale allegata alla Cnapi (Carta nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee alla localizzazione del Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi) sono indicati anche i Comuni interessati nelle sette regioni.
I documenti pubblicati da Sogin - sul sito www.depositonazionale.it. - sono frutto di «un lavoro coordinato congiuntamente dai due ministeri, atteso da molti anni - viene spiegato - che testimonia la forte assunzione di responsabilità da parte del governo su un tema, quello della gestione dei rifiuti radioattivi, che comporta anche per il Paese una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo».
Le aree interessate dalla Cnapi - viene rilevato in una nota - sono «il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin in conformità ai criteri di localizzazione stabiliti dall’Isin (Ispettorato per la sicurezza nazionale e la radioprotezione), che ha permesso di scartare le aree che non soddisfacevano determinati requisiti di sicurezza per la tutela dell’uomo e dell’ambiente. Ai criteri di esclusione sono seguiti quelli di approfondimento, attraverso indagini e valutazioni specifiche sulle aree risultate non escluse».
Il deposito nazionale e il Parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. E’ quello che si evince dalla pubblicazione della Carta delle aree potenzialmente idonee e dei documenti correlati, così come spiega il ministero dell’Ambiente. Il deposito avrà «una struttura a matrioska"; all’interno ci saranno «90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle», in cui «verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati».
In totale saranno «circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività» a essere ospitati.
IL NO DEL MINISTRO SPERANZA: BASILICATA AREA SISMICA - Le aree della Basilicata indicate come possibili sedi di un deposito di scorie radioattive sono «a bassa idoneità e quindi da escludersi in vista della valutazione definitiva»: lo ha detto il Ministro della Salute, Roberto Speranza. Secondo il Ministro, «la ragione principale è che le aree della Basilicata sono in zona sismica 2. Va altresì valutato che la grande parte dei rifiuti nucleari è già collocata in aree del Paese distanti dalla Basilicata», ha concluso.
L'IRA DEI SINDACI DEL BARESE: NO
No dei sindaci di Gravina in Puglia e Altamura, nel Barese, ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani. Lo scrivono su facebook i primi cittadini Alesio Valente e Rosa Melodia. I due comuni sono, con Laterza in provincia di Taranto, i tre i siti individuati in Puglia.
"Non c'è spazio per trattative o valutazioni. Lo dico subito: la nostra risposta sarà un no secco e fermo» scrive il sindaco di Gravina, Valente, il quale definisce la notizia «una doccia gelata: le istituzioni locali sin qui non erano mai state interpellate». «Niente e nessuno - continua - può farci cambiare idea rispetto a quella contrarietà già espressa in consiglio comunale nel 2015 e ancora nel 2016 insieme ad altri Comuni. Poi, in termini ambientali, Gravina e la Murgia hanno già dato: la vocazione di queste nostre aree è agricola e turistica, e non permetteremo che ci trasformino in un cimitero di scorie nucleari. Mai».
"Non ci lasceremo trascinare con rassegnazione in questa situazione» dice la sindaca Melodia, ricordando che «già il 14 gennaio 2016 i consigli comunali congiunti di Altamura, Poggiorsini, Spinazzola, Irsina, Santeramo in colle, Gravina in Puglia e Matera adottarono con delibera un ordine del giorno in cui si chiedeva alla Regione Puglia e alla Regione Basilicata, al presidente del Consiglio dei Ministri, ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico di 'dichiarare le aree del territorio regionali e dei comuni interessati non disponibili alla localizzazione del deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi e del Parco tecnologicò».
«In un Parco candidato a Geoparco Unesco non c'è spazio per rifiuti potenzialmente dannosi». Lo dichiara in una nota Francesco Tarantini, presidente del Parco dell’Alta Murgia, commentando la pubblicazione da parte della Sogin della Cnapi, la mappa delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, che coinvolge i territori pugliesi di Gravina, Altamura e Laterza. "Non siamo e non saremo favorevoli a smaltire rifiuti nucleari nell’Alta Murgia» dice Tarantini, annunciando che «nelle prossime ore l’Ente Parco si riunirà con i sindaci della Comunità del Parco per avviare un percorso condiviso con il territorio, per formulare le osservazioni da inviare al Governo e ribadire il 'nò al deposito di materiale nucleare nell’area protetta». «Il nostro - spiega Tarantini - è un Parco nazionale compreso in una Zsc, una Zona Speciale di Conservazione della Rete Natura 2000 volta a tutelare gli habitat e le specie protette. Il suo patrimonio naturalistico, geologico, culturale ed enogastronomico è incompatibile con il deposito di materiale radioattivo e stiamo già convocando i sindaci della comunità del Parco per definire, in modo trasparente, partecipato e condiviso, le osservazioni da presentare al Governo entro i prossimi sessanta giorni».
BASILICATA, PROTESTA ASSOCIAZIONE ANTISCORIE
L’Associazione antinucleare "ScanZiamo le Scorie» ha ribadito «la netta opposizione alla ipotesi di realizzare in Basilicata il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi», dopo la pubblicazione delle ipotesi contenuti nella Cnapi (Carta nazionale aree potenzialmente idonee).
L’organizzazione ha ricordato che la Basilicata, con la "marcia dei centomila», nel novembre del 2003, si era opposta al decreto governativo che indicava nel deposito di salgemma di Scanzano Jonico (Matera) come sede del sito unico nazionale di scorie nucleari. La protesta portò al ritiro del decreto da parte del Governo: «Il territorio della Basilicata - ha spiegato l'associazione- non è idoneo ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
La Regione Basilicata e gli enti coinvolti facciano risentire nuovamente e con forza la loro contrarietà a qualsiasi ipotesi di ubicazione nel nostro territorio. Nei prossimi giorni terremo iniziative di informazione e controinformazione per scongiurare tale ipotesi che pregiudicherebbe l’economia locale, in particolare il turismo e l’agricoltura».
EMILIANO: LA PUGLIA DICE NO AL NUCLEARE
«Apprendiamo a 'cose fattè e a distanza di anni dell’inclusione di alcuni comuni pugliesi e lucani tra i siti in cui stoccare residui radioattivi. È ferma e netta la contrarietà della Regione Puglia a questa opzione». Lo afferma il governatore Michele Emiliano precisando che "svolgeremo tutti gli approfondimenti tecnici del caso, geologici e ambientali, per motivare anche sotto questo aspetto l'incompatibilità di questa scelta irragionevole che contrasteremo in ogni sede»
«I nostri sforzi verso un modello di sviluppo improntato sulla tutela dell’ambiente e della salute sono noti a livello internazionale. Non si può imporre, ancora una volta, scelte che rimandano al passato più buio, quello dell’assenza della partecipazione, dell’umiliazione delle comunità, dell’oblio della storia e delle opportunità». Così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dopo la notizia secondo la quale, nella Carta dei siti potenzialmente idonei alla costruzione del Deposito nucleare nazionale, la Puglia è indicata con tre Comuni. Nella Carta dei siti potenzialmente idonei alla costruzione del Deposito nucleare nazionale - si evidenzia in una nota della Regione - la Puglia è indicata con l'area di Gravina in Puglia in provincia di Bari e i comuni di Altamura e Laterza per un’area individuata in condivisione con Matera in Basilicata.
«Lo Stato e la Regione - spiega Emiliano - hanno, in quei luoghi, istituito il Parco nazionale della Murgia e il parco regionale più grande, quello delle Gravine, quali presìdi delle biodiversità e simboli dello stile di vita verso cui i pugliesi hanno deciso di andare. Le comunità della Murgia pugliese sono in continuo cammino, in evoluzione costante nel turismo, nell’agricoltura moderna, nella zootecnia basata sul benessere animale, nelle produzioni artigianali che finalmente superano i confini regionali e rendono riconoscibile una storia». «Una identità vera - conclude - che profuma di futuro e non può essere sporcata con la parola 'nuclearè, incubo del passato».
STEA: MAPPA SITI È VERGOGNOSA - «La mappa è vergognosa anche perché individua la maggior parte delle aree idonee allo stoccaggio nel Mezzogiorno del nostro Paese». Così Gianni Stea, assessore al Personale e già assessore all’Ambiente della Regione Puglia, a nome dell’intero gruppo consiliare dei 'Popolari con Emilianò, critica la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. «Tra le 66 aree che sono state selezionate per il deposito di rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività - evidenzia - ci sono anche la Puglia e la Basilicata con i siti di Genzano di Lucania (Potenza), Matera, Irsina (Potenza), Acerenza (Potenza), Oppido Lucano (Potenza), Bernalda (Matera), Montescaglioso (Matera), Montalbano Jonico (Matera); Gravina in Puglia (Bari), Altamura (Bari), Laterza (Taranto)». «Non solo località tutelate dall’Unesco come patrimonio mondiale storico, artistico e paesaggistico - rileva Stea - ma anche ampie aree che si trovano, come quelle pugliesi, all’interno o a ridosso del Parco Nazionale dell’Alta Murgia. A questa, che noi riteniamo una provocazione, diciamo no e siamo pronti, noi 'Popolari con Emilianò, ad alzare le barricate per respingere al mittente veleni che non ci appartengono». «La Puglia - conclude - non può e non deve diventare centro di stoccaggio dei rifiuti nucleari e non può accettare l’idea di scelte calate dall’alto».