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«Il Qatar ha tanta voglia di stupire», parla il barese Mazzilli prima dei Mondiali

 
Fabrizio Nitti

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Fabrizio Nitti

«Il Qatar ha tanta voglia di stupire», parla il barese Mazzilli prima dei Mondiali

«Il Covid è un problema, ma qui va tutto alla grande»

Lunedì 04 Gennaio 2021, 11:30

Il Mondiale 2022 in Qatar, sarà a suo modo un’edizione storica. Perché sarà l'ultima edizione del torneo a prevedere la partecipazione di 32 squadre. La lunga volata sta per scattare. Dal prossimo marzo, infatti, in Europa si giocheranno le partite di qualificazione al primo mondiale arabo e anche l’Italia disputerà tre partite in pochi giorni. Il primo Mondiale «invernale». La macchina organizzativa è in pieno movimento. E da quelle parti c’è anche un barese che attende l’evento. Ettore Mazzilli, 55 anni, è infatti il direttore legale nella federazione calcio del Qatar, avvocato con specializzazione in diritto sportivo. Vecchia conoscenza del calcio barese: nella gestione Matarrese ricoprì i ruoli di direttore commerciale, marketing e delegato ai rapporti con le istituzioni.

Da barese come vive in Qatar: ha nostalgia?
«Vivo all’estero ormai da diversi anni, ma sono sempre in contatto con parenti e i tanti amici che ho ancora a Bari. Appena posso, torno volentieri. Quest’anno, a causa del Covid-19, non ho potuto trascorre il Natale a Bari. La “baresità” non si perde mai, anzi la si preserva ancora di più quando si è lontani».

Ha ricoperto incarichi di rilievo nel Bari: sempre nel cuore il club biancorosso?
«È sempre nel mio cuore e lo seguo regolarmente. Sono un suo grande tifoso sin da quando bambino. Per assurdo, proprio quando ho vissuto la mia esperienza professionale di quattro anni all’interno del club, ho dovuto stemperare un po’ la mia passione. Come diceva il direttore Carlo Regalia, che rimane uno dei dirigenti più competenti e preparati che abbia mai avuto la fortuna di incontrare, il calcio è il lavoro più bello del mondo, tranne il giorno della partita».

L'attribuzione del mondiale al Qatar è stata una novità assoluta: il Paese come si prepara all’evento?
«L’assegnazione del Mondiale 2022 al Qatar, la prima volta nella storia ad un Paese del Medio Oriente, avvenne il 2 dicembre 2010. Sin dal giorno seguente, il Qatar ha iniziato a prepararsi. A meno di due anni ormai dalla partita di inaugurazione, che si terrà il 21 novembre 2022, il Paese è quasi pronto».

La pandemia mette in pericolo la marcia di avvicinamento all'evento?
«Fare qualsiasi previsione in un momento mi sembra azzardato. Quello che posso dire, tuttavia, è che in Qatar non c’è mai stato un lockdown totale e i cantieri per il Mondiale non si sono mai fermati, pur ponendo in essere tutti gli accorgimenti necessari. Inoltre, nei mesi scorsi, proprio qui abbiamo ospitato prima la fase Ovest e poi quella Est della AFC Champions League, la cui finale si è giocata regolarmente e in assoluta sicurezza a Doha lo scorso 19 dicembre. A detta di tutti, è stato un grande successo organizzativo senza alcuna emergenza sanitaria nonostante la complessità e diffusione della pandemia in tutta l’Asia. Dall’1 all’11 febbraio prossimi si svolgerà sempre qui a Doha anche la FIFA Club World Cup 2020, ad ulteriore conferma della capacità ed efficienza organizzativa del Qatar».

Un mondiale in inverno...
«Premesso che ospitare il Mondiale d’inverno è stata una scelta non solo obbligata ma anche opportuna a tutela sia dei calciatori che di tutti gli addetti ai lavori e degli spettatori a causa delle condizioni meteorologiche proibitive dei mesi estivi nel deserto, non vedo personalmente particolari problemi nel calendario internazionale. Molti campionati in Est Europa, Sud America ed Asia osservano già un periodo di sosta in quel mese a cavallo tra novembre e dicembre. Alle 5 Top League europee e gli altri campionati basta organizzarsi per tempo come appunto è stato annunciato con largo anticipo. Quanto ai tifosi europei, penso sarà bello trascorrere qualche giorno d’inverno al caldo».

Stadi, strutture, indotto: vedremo qualcosa di diverso rispetto a quanto siamo abituati?
«Vedremo qualcosa non solo di completamente diverso, ma anche e soprattutto di assolutamente straordinario. “Expect Amazing” è appunto lo slogan lanciato dal Qatar sin dalla fase della sua candidatura. Gli stadi, le infrastrutture, i trasporti già realizzati o in fase di completamento lo lasciano già intendere. Lo stesso presidente della Fifa, Gianni Infantino, nei giorni scorsi ha usato il termine “impressive” per commentare positivamente lo stato di preparazione del Qatar verso il Mondiale, sbilanciandosi persino nell’affermare che sarà il migliore di sempre. Basti pensare che la massima distanza tra gli stadi è di appena 40 km, collegati da una lussuosa metro, il che significa che chi verrà in Qatar avrà la possibilità di assistere persino a tre partite nello stesso giorno».

L'Italia è mancata al mondiale 2018. Riusciranno gli azzurri ad esserci e a vivere la competizione da protagonisti come da tradizione?
«Lungi da me valutazioni di natura tecnica, da tifoso me lo auguro di tutto cuore. Ritengo che la Figc e tutto lo staff tecnico stiano lavorando molto bene. E comunque sia, non voglio nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi di una nuova assenza. Il giorno dopo non potrei presentarmi nemmeno in ufficio alla Qatar Football Association».

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