Contenere e riportare sotto controllo la curva di contagio. E' l'obiettivo principale del governo e dei suoi esperti, con l'indice Rt che deve essere portato sotto l'1.. Concentrare il massimo sforzo nel mese in corso serve a preparare un Natale, magari con qualche concessione in più alle famiglie riaprendo ovunque bar e ristoranti, che ora sono aperti solo nelle Regioni gialle, sia pur sempre solo fino alle 18. Insomma, un Natale senza coprifuoco anche se con cene riservate solo a parenti stretti.
Secondo indiscrezioni riportate dal Messaggero, l'esecutivo sta lavorando per riportare il Paese in zona gialla a ridosso delle feste di Natale. Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, ha infatti fatto notare che il maggior calo dei contagi si registra nelle Regioni dove il giro di vite sugli spostamenti è stato più drastico. Lombardia, Piemonte e Sicilia hanno contribuito decisamente a far abbassare l' indice nazionale; ed è diminuito anche in Regioni, come il Lazio, che sono in area gialla.
C'è davanti ancora un mese per far tornare nei ranghi anche Campania e Toscana, in modo da permettere di nuovo gli spostamenti tra le Regioni. L' appuntamento per iniziare a capire come andranno le feste di Natale è quindi per venerdì 4 dicembre quando si vedrà se l' obiettivo dell'Rt sotto 1 è stato raggiunto. In quella data si capirà se le misure hanno funzionato in modo da "salvare il Natale" come chiedono commercianti e ristoratori.
REBUS MESSE - La Messa di mezzanotte anticipata di qualche ora per stare a casa prima dell’inizio del coprifuoco delle 22 è la prospettiva al momento più rosea per il Natale cattolico. Ad un mese e mezzo dalla festa più amata e più partecipata nelle diocesi ancora non sono state date indicazioni ma si segue, giorno per giorno, l’andamento della pandemia e le decisioni che vengono progressivamente dal governo.
In Vaticano si preannuncia un Natale sostanzialmente a porte chiuse con la celebrazione della Messa del 24 sera in basilica con il Papa ed un numero di partecipanti contingentato. Non è chiaro se e come si svolgerà l’Urbi et Orbi, la benedizione alla città e al mondo, del 25 dicembre. Normalmente per questo evento piazza San Pietro è strapiena e si alternano anche le bande musicali. Ma una decisione non potrà che arrivare a ridosso del 25 dicembre.
Il premier Giuseppe Conte auspica un Natale all’insegna della prudenza: «Considereremo la curva epidemiologica che avremo a dicembre ma il Natale non lo dobbiamo identificare solo con lo shopping, fare regali e dare un impulso all’economia. Natale, a prescindere dalla fede religiosa, è senz’altro anche un momento di raccoglimento spirituale. Il raccoglimento spirituale, farlo con tante persone non viene bene», ha detto suscitando parecchi commenti polemici da parte dell’opposizione.
Dalle diocesi italiane d’altronde continuano ad arrivare indicazioni sempre più restrittive. Dopo la sospensione delle Messe festive decisa dal vescovo di Pinerolo, mons. Derio Olivero, che ha vissuto il Covid sulla sua pelle, la diocesi di Palermo ha stabilito, da lunedì prossimo e fino a data da destinarsi, la sospensione di tutte le attività parrocchiali «in presenza». Restano invariate le norme relative alla celebrazione della Messa e dei Sacramenti. A Vercelli invece è stretta sui funerali che potranno vedere la partecipazione di 30 perosone alle esequie.
In considerazione del progressivo allargarsi della platea di regioni rosse, la Cei aveva già dato indicazioni di contenere gli incontri parrocchiali in presenza, quelli al di fuori di Messe e liturgie. In questa scia il Vicariato di Roma sta elaborando sussidi, anche video, per accompagnare i bambini del catechismo nel periodo dell’Avvento che precede il Natale, nel caso in cui l’attività pastorale si svolga a distanza.
Incognita su orari messe e presenza di fedeli anche ad Assisi. Mentre è quasi certo che non si svolgerà il tradizionale pellegrinaggio e la notte di preghiera dei giovani per Capodanno, per Natale invece è tutto legato all’evolversi dei contagi: «Stiamo monitorando l’evolversi della situazione e cercheremo di fare in modo di stare accanto ai pellegrini che riusciranno comunque a venire ad Assisi e quelli che non potranno venire», dice padre Enzo Fortunato, direttore della sala stampa del Sacro Convento. La previsione è comunque che il Natale della città di San Francesco non vedrà il grande arrivo di fedeli ai quali si era abituati. D’altronde nella stessa Betlemme, in Terra Santa, si prospetta un Natale low-profile.